La protesta per la chiusura obbligata dell’istituto “Olivieri” non si ferma e ora sbarca prepotentemente sul web, grazie a una petizione promossa soprattutto dai genitori dei ragazzi rimasti senza aula e costretti di nuovo alla Didattica a distanza (qui il testo completo https://chng.it/mt4wcgZP). Quello che di fatto chiedono in quasi 700, questo il parziale delle firme ottenute e conteggiate dalla piattaforma Change.org, è di fare in modo che il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, si prenda in carico la questione nonostante non si tratti di un tema di competenza comunale. A chiudere la scuola, che conta 700 alunni, è stata infatti Città Metropolitana, che ha l’onere e l’onore di gestire la questione, e che fino a questo momento non ha indicato nuove strade da seguire considerate soddisfacenti.
“Le risposte fino ad ora giunte in termini di riavvio di una qualche normalità didattica non sembrano adeguate e soprattutto non tengono conto delle esigenze palesate dalle centinaia di giovani coinvolti -. Si legge nel testo della petizione – Non convincono le proposte di riallocazione provvisoria della struttura attraverso moduli prefabbricati collocati in realtà fisiche e geografiche del Comune di Tivoli in grado solo di aumentare i disagi di mobilità con grave nocumento per la serenità scolastica degli studenti interessati e coinvolti. Riteniamo che le uniche possibilità siano ristrette alla Città di Tivoli intesa come parte alta del Comune e non nella periferia dello stesso”.
Sul piatto, infatti, era stata messa la possibilità di posizionare dei moduli di edilizia scolastica accanto alla caserma dei Vigili del Fuoco che si trova a Villa Adriana, ma l’elevato tasso di pendolarismo che riguarda gli studenti della scuola (il 40% viene dall’Abruzzo), rende difficile l’attuazione del piano, tanto da proporne due alternativi. Il primo riguarda un terreno che si trova a Largo Saragat di proprietà privaa, il secondo è l’ex Lattanzi al bivio di San Polo. “Le due località proposte hanno il pregio di essere inserite all’interno di un perimetro ben servito dai mezzi pubblici in aree non intasate e maggiormente funzionali dal punto di vista logistico, anche con il supporto eventuale di bus navetta”, aggiungono i promotori, invitando il primo cittadino a rispondere in fretta.