TIVOLI – Ha scelto di non presentarsi ieri mattina il sindaco Eligio Rubeis alla prima udienza del processo che lo vede imputato per corruzione e corruzione, sulla base di intercettazioni che rivelerebbero pressioni esercitate da primo cittadino per far assumere due persone, garantendo – secondo l’accusa – anche la velocizzazione sulla liquidazione di vecchie fatture. Il collegio, presieduto da Mario Frigenti, come prima cosa ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile del direttore del supermercato, oggetto di pressanti richieste per una delle due assunzioni in questione. Quindi ha respinto tutte le eccezioni procedurali della difesa, ha indicato in Fabio Milana il perito per la trascrizione delle intercettazioni e subito dopo si è pronunciato sulla lista dei testimoni presentata dalle parti: delle circa 50 proposte dalla difesa ne sono state cassate sette. Non ci sarebbero politici in quella lista – secondo quanto spiegato a fine udienza dall’avvocato del sindaco Santino Foresta, che si occupa della difesa con Augusto Colatei – ma tutti gli attori emersi dalla vicenda e dalle intercettazioni, più qualche dirigente comunale.
“IL GRANDE ACCUSATORE”. E a testimoniare la difesa ha chiamato anche quello che l’avvocato Foresta definisce “il grande accusatore”, cioè la persona che con una denuncia (“su tutt’altri reati – dice il legate – cose molto gravi che si sono rivelate infondate e che sono state poi archiviate”) ha portato ad aprire un fascicolo con tanto di disposizione di intercettazioni. “E’ un contorno di questo processo, da non sottovalutare – ha aggiunto -, che punteremo a chiarire”.
CINQUE MESI DI INTERCETTAZIONI. “Dimostreremo – ha aggiunto Foresta – che il sindaco è una persona perbene, che si è solo speso per aiutare le persone. Non ha preso soldi, non ha avuto vantaggi. Ed è abnorme il fatto che ancora sia agli arresti domiciliari”. Nei prossimi giorni sarà inoltrata l’istanza di revoca della misura, per cessate esigenze cautelari: “Ora è partito il processo, le indagini sono chiuse”.
LE ACCUSE DELLA PROCURA. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il sindaco è scattata il 20 luglio scorso e da allora nessun riscorso è stato accolto: gli arresti domiciliari li ha confermati il Riesame e la Cassazione, mentre è andata a vuoto anche una prima istanza di revoca fatta dalla difesa. La procura gli gli ha contestato le accuse di corruzione e concussione: avrebbe abusato della sua posizione di vertice per ottenere da imprenditori locali assunzioni “a vantaggio di amici”, oltre che di aver fatto pressioni su dirigenti del Comune per sbloccare o mettere in stand-by pratiche legate agli stessi interlocutori.
“IL SINDACO NON PENSA ALLE DIMISSIONI”. E, al momento, di dimissioni del sindaco non se ne parla. Almeno a quanto dice l’avvocato Foresta: “No, non ha manifestato questa volontà. Non parla di dimissioni e non è un’evenienza prevista né a giorni né a settimane”. Anzi la convinzione è che “sia ostaggio della democrazia, che gli sia impedito di svolgere la funzione per la quale è stato scelto dai cittadini”. Prossima udienza fissata per il 30 marzo.
(21 gennaio 2016 –www.lavocedelnordestromano.it) Red
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