Mauro Buschini si è dimesso dalla presidenza del consiglio regionale del Lazio. Non è una “resa” ma “un atto d’amore” verso la Regione, finita sulla brace delle polemiche per le assunzioni che hanno gettato nell’imbarazzo il Pd, per usare un eufemismo. La vicenda portata alla luce dal Fatto Quotidiano a firma di Vincenzo Bisbiglia, fotografa il meccanismo dell’infornata di assunzioni in piena aria natalizia. In sostanza la Regione bandisce un concorso per funzionari a tempo determinato e pesca i vincitori, come consente la legge, dall’ultimo concorso fatto da enti del proprio territorio. E così si fa riferimento alla graduatoria del piccolo comune di Allumiere, in provincia di Roma dove si erano piazzati come idonei politici di vari posti del Lazio, tra cui un consigliere comunale di Roma che rifiuta però il posto in Regione e viene assunto a Guidonia dove governano i cinque stelle. Tra gli assunti ci sono nomi Pd ma anche Cinque Stelle e Lega come poi approfondisce Repubblica, e il caso esplode sui tavoli regionali perché tutto è avvenuto nella legalità ma le assunzioni sono già chiamate concorsopoli, e il Pd ne esce come portatore della solita opaca politica.
Un affare che dall’imbarazzo è diventato qualcosa di più. D’altronde non si deve scordare che intanto in Regione Lazio sono accaduti due fatti. Il primo, Nicola Zingaretti è tornato in pianta stabile dopo avere lasciato la segreteria nazionale del partito e pare abbia preso malissimo questa esposizione negativa del partito e della Regione. In più le chat dei cinque stelle sono diventate febbricitanti, visto che mentre deflagrava lo scandaletto delle assunzioni, il movimento entrava in Giunta regionale, formalmente, schierando le due arieti Corrado e Lombardi.
Questa mattina sono arrivate le dimissioni del presidente del consiglio regionale Mauro Buschini che ha scritto una lettera ai consiglieri regionali: “Negli ultimi giorni si è discusso, soprattutto negli organi di informazione, delle deliberazioni dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale in materia di personale, che ha portato all’assunzione di nuovi dipendenti nel nostro ente, attraverso lo scorrimento di graduatorie provenienti da concorsi svolti dai comuni. Una procedura che ha rispettato nel suo percorso le norme nella loro interezza. Pur tuttavia ho ritenuto di proporre alla Conferenza dei Capigruppo l’istituzione di una ‘Commissione Trasparenza’, presieduta da un esponente dell’opposizione, che duri fino alla fine della legislatura e che possa affrontare tutti i temi rispetto ai quali ci sia necessità di approfondimento, a partire dalle assunzioni dei dipendenti. Dopo il percorso di aula, che spero dia molto contenuto nella tempistica, sarà compito del Presidente del Consiglio regionale, seguendo le indicazioni dei gruppi consiliari, nominare i membri della commissione con proprio decreto”. Le dimissioni arrivano “a garanzia di totale imparzialità e trasparenza, che a decretare questa commissione ci sia un altro presidente. Non vivo questa scelta come una resa, né come un’azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni, ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro Consiglio e al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto, che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le Istituzioni”. Per la successione alla presidenza del consiglio regionale del Lazio ci sono già i nomi in corsa: secondo i bene informati in pole c’è quello di Marco Vincenzi.