Vendevano farmaci utilizzati in Cina per curare il Covid senza nessuna delle autorizzazioni previste. Cinque i titolari di minimarket e di erboristerie denunciati (quattro a Roma e uno a Prato) per esercizio abusivo della professione sanitaria di farmacista, in assenza del previsto titolo abilitativo, nonché per aver avviato un’attività di vendita all’ingrosso di medicinali senza il prescritto permesso regionale. Le pillole oggetto dell’illecito sono state sequestrate.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Nas di Roma e Firenze, supportati dal Nucleo Carabinieri Aifa, nell’ambito di una attività di monitoraggio sulla presenza di farmaci clandestini per la cura del covid-19 sul territorio nazionale, disposto dal Comando carabinieri per la Tutela della Salute, di concerto con il Ministero.
Sequestrate 2.112 pillole
Sono state sottoposte a sequestro penale complessivamente 437 confezioni di medicine di provenienza cinese per il trattamento di varie sintomatologie influenzali, di cui 88 scatole, per un totale di 2.112 pillole, utilizzati dalla comunità cinese per la cura dei sintomi da covid-19. I farmaci, privi di autorizzazione all’immissione in commercio e delle prescritte indicazioni in lingua italiana, sono stati rinvenuti presso cinque esercizi commerciali (quattro a Roma e uno a Prato), tra supermarket ed erboristerie gestiti da cittadini asiatici.
Cinque denunce
I titolari delle attività illecite sono stati deferiti alle rispettive procure della Repubblica. “L’intervento – spiegano dall’Arma – ha consentito di tutelare il rispetto delle salute pubblica e allo stesso tempo impedire la vendita di farmaci prodotti con modalità non note e non sottoposte ad alcuna verifica sulla loro efficacia e sui possibili effetti collaterali da parte delle competenti autorità sanitarie nazionali (Aifa) e Europee (Ema)”.