Tra i meme sulle buche, la cappa della pandemia, le riunioni via zoom, Guidonia Montecelio si appresta al Natale con una città sospesa e una classe dirigente che prova comunque a muovere tasselli nella grande scacchiera della politica. Tra un anno e mezzo si voterà per eleggere il nuovo sindaco della terza città del Lazio. Un tempo dilatato dall’emergenza covid che ha soffocato il normale dibattito, eppure la clessidra scorre e gli schieramenti guardano all’appuntamento senza ancora aver definito in maniera chiara una strategia. Vediamo cosa bolle in pentola.
Il centrodestra si sente vincente ma rischia di dividersi
Partendo dall’attuale opposizione, in consiglio ci sono Giovanna Ammaturo per FdI e Arianna Cacioni della Lega. I partiti della potenziale coalizione a parole sono intenzionati a stringere alleanza, ma come? E con quale leader? Al solito, insomma, è più facile a dirsi che a farsi. D’altronde la brace arde ancora sotto la cenere, nonostante siano trascorsi quattro anni dalla caduta rovinosa del secondo Rubeis, avvenuta tra scandali e arresti. Se la magistratura segue il suo corso, la politica ha tentato faticosamente di ricostruire un terreno comune facendo leva soprattutto sulle nuove forze, nuove nel senso anagrafico più che di new entry. Rispetto a prima, i pesi all’interno del centrodestra sono stati stravolti. Forza Italia che guidava la coalizione, è stata drasticamente ridimensionata, con la Lega che potenzialmente proverà a stabilire le regole del gioco, e Fratelli d’Italia sempre più incalzante in termini di consensi e di radicamento.
Fatto sta che in questa parte del campo ci sono due nomi che circolano come potenziali candidati sindaco: Mario Pozzi, attuale coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, poco più che trentenne, amato in diversi settori della città anche al di là degli steccati di partito. Una figura che può contare sicuramente sul sostegno dei piani alti di FdI, dove si sente a casa. L’asse di Pozzi con la leghista Arianna Cacioni è fatto noto negli ambienti politici di Guidonia Montecelio. Cacioni che tra Pozzi e l’altro papabile candidato sindaco del suo partito, non avrebbe dubbi su chi scegliere.
L’altro nome, infatti, che sembra naturalmente in corsa per ambire alla candidatura è Alessandro Messa. Giovane, seppur con esperienza, coordinatore comunale della Lega, militante e dirigente, Messa potrebbe essere intenzionato a spingersi ben al di là di Guidonia, ma nessuno esclude che, visti i nuovi scenari, possa guidare la coalizione nella sua città.
Chi tra Pozzi e Messa aggrega di più? Questa è la domanda che aleggia, visto che seppur con dichiarazioni periodiche di vicinanza, la distanza tra Messa e Cacioni è un dato di fatto, così come le freddissime relazioni tra Pozzi e Messa. C’è un terzo partito però in gioco, Forza Italia. Gli azzurri guidati da Maurizio Massini stanno mettendo in atto una forte operazione di rinnovamento generazionale. I forzisti sul piano teorico potrebbero essere più attratti dall’opzione Pozzi sindaco, ma non escludono un possibile sostegno a Messa. Il partito, dove Stefano Sassano è un riferimento saldo, vorrà un impegno reale di rottura con il passato, in che termini certo è tutto da vedere.
Un altro protagonista è rientrato poi in partita, si tratta di Marco Bertucci. Non ci si aspetta alcun impegno diretto, in prima persona, nelle comunali, ma Bertucci dirigente di Fratelli d’Italia è pronto a giocare un ruolo decisivo sul piano delle decisioni.
Un quadro articolato nel quale, è ovvio, avranno voce in capitolo i tavoli romani dei partiti. Chi rivendicherà la candidatura a sindaco? Probabilmente in una prima fase, tutti. E poi lo scontro sarà tra Fdi e la Lega. Se non ci sarà una sintonia complessiva, capace di coinvolgere anche Forza Italia, si rischia uno scenario di spaccatura.
E nel mondo civico che succede?
Intanto il Polo Civico continua per la sua strada. Il cartello civico tenuto dalle due liste Guidonia Domani diretta da Aldo Cerroni e il Biplano guidato da Mauro Lombardo, conta su tre consiglieri comunali. Un gruppo nutrito. Le percentuali nelle ultime elezioni, d’altronde, li avevano condotti a un passo dal ballottaggio che per un soffio andò poi a Michel Barbet. La loro forza è la stessa? Difficile dirlo, di sicuro l’intenzione sì. Il Polo civico è determinato a portare avanti un’idea di modello Tivoli (anche se lì ormai il modello si è già trasformato in altro). Tradotto? Escluso al primo turno un’alleanza con i partiti, almeno a queste condizioni. I civici sono dati in dialogo costante sia con il centrodestra di Messa che con quello di Pozzi, grazie ai rapporti incrociati. Cerroni fuori Guidonia è di Italia Viva e, diciamo, di orientamento centrosinistra, ma nel suo gruppo c’è chi coltiva saldi e forti rapporti con Messa. Nello stesso tempo, Lombardo è vicinissimo a Pozzi per un’adesione ideale a Fratelli d’Italia. Tanto è vero questo, che qualcuno tra i bene informati li collocava già in alleanza certa con il centrodestra. Era stato Messa a escluderlo, invece, durante una intervista live a Dentro Magazine.
La verità, oggi, è che il Polo civico proverà una partita sua puntando su un candidato civico che dovrebbe essere Mauro De Santis. Il consigliere comunale di Guidonia Domani, stimatissimo in alcuni ambienti, con ottimi rapporti con i colleghi di opposizione, potrebbe guidare la battaglia al primo round. E al ballottaggio poi si vedrà.
Centrosinistra: divisioni, candidati e l’outsider
Che poi ancora si dice centrosinistra, anche se la coalizione di fatto non esiste più. Tutta da costruire. Diciamo che l’attenzione è sul Pd. I democratici soffrono di ataviche divisioni interne e si sono visti sfuggire la vittoria, l’ultima volta, in un clima pessimo di colpi bassi interni. Lo sa bene Emanuele Di Silvio, che avrà commesso qualche errore, ma di sicuro ha pagato il prezzo salatissimo di pugnalate politiche e tradimenti. Acqua passata? Insomma. Da quel momento nel Pd non è stato fatto molto per creare un clima costruttivo. Senza voler indolcire la pillola, i consiglieri comunali seguono ognuno la propria strada, sperando che li porti nella medesima direzione. Ci sono tre possibili candidati sindaco nel Pd.
Il primo è l’ex candidato Emanuele Di Silvio, componente astorriana. Quando si perdono le elezioni di solito non si viene ricandidati, è vero. La prassi politica vuole così. Ma viste le condizioni eccezionali con le quali Guidonia è andata al voto nel 2017, Di Silvio potrebbe anche pensare di riprovarci. Altro nome in gioco è Mario Lomuscio. Avvocato, ex segretario del partito, alla prima esperienza attualmente in consiglio comunale. Nel 2017 è stato eletto anche grazie al ticket con la componente di Di Silvio, accordo che non ha retto poi alle prove dell’aula. In tre anni si è molto rafforzato, e potrebbe essere un nome nuovo da mettere in campo. C’è poi Simone Guglielmo, altro pezzo forte del Pd, area Marco Vincenzi. Guglielmo è molto solido a livello elettorale, si muove bene in certi ambienti, e se in campo ci sono gli atri, si capisce come ci sia anche lui.
Proprio per questo, con ogni probabilità, il partito a livello regionale spingerà invece su un’altra strada. Bruno Astorre, che è senatore e segretario regionale, l’uomo delle decisioni nel Pd del Lazio, di fronte allo scenario di possibili divisioni interne tra i tre giovani tutti legittimamente in corsa, opterebbe invece per un outsider. Una figura esterna sulla quale convogliare il consenso di tutto il partito e costruire una coalizione. Si tratta di Marco Rettighieri. Manager di altissimo livello, uno dei nomi che dà lustro a Guidonia Montecelio, corteggiatissimo anche nel 2017, quando poi aveva rifiutato all’ultimo minuto. Rettighieri potrebbe tornare in corsa? Probabilmente sì. Un nome intorno al quale costruire un progetto. Precondizione, a parte ovviamente il suo sì, che il Pd intero si riconosca nel percorso e che fuori anche si muova qualcosa. La sinistra di Filippo Silvi, ad esempio, starebbe dentro? Di sicuro, rispetto al 2017, quando ne parlavano come di un candidato perfetto, è difficilissimo che saranno in squadra i civici che non vogliono dare al Pd alcuna supremazia nella direzione delle operazioni politiche. E potrebbe essere Rettighieri un nome giusto, invece, per mettere in alleanza anche gli attuali governanti?
Che ne sarà dei cinque stelle?
Potrebbero avere il record del peggior termometro da opinione pubblica. Una città che ha visto un’amministrazione andarsene tra le accuse di corruzione, eppure i cinque stelle hanno un pessimo ritorno. L’euforia dell’onestà è durata sei mesi, non di più. Poi i cittadini, per strada e sui social, hanno cominciato a mettere in fila le mancanze, dall’ordinaria manutenzione delle strade, a salire. Loro si difendono parlando dei soldi che non ci sono. Dei debiti ereditati, delle casse in rosso certificate dal commissario prefettizio che, nel 2016, aveva messo Guidonia in pre-dissesto. Dieci anni di cinghie strette. Tutto vero. Ma non è solo questo. Tranne pochissimi elementi, i cinque stelle si sono trovati a governare con persone elette con poche decine di voti, senza alcuna esperienza amministrativa e politica, senza alcuna attitudine alla gestione di problemi complessi. E Guidonia ne ha a bizzeffe. La debolezza amministrativa è stata pagata con un’opinione pubblica sempre più insofferente, privata di tutto, soprattutto della speranza (e qui, c’è la mancanza della politica, prima ancora che della gestione amministrativa). Questa è la fotografia di oggi.
E cosa accadrà tra un anno? I cinque stelle hanno due strade. Andare da soli alle elezioni, sperando di eleggere come consigliere il candidato sindaco, oppure possono tentare l’alleanza con il Pd. L’ipotesi spacca i democratici, e sicuramente anche i cinque stelle, ma c’è un governo nazionale che ha questa anima bicolore e la regione Lazio zingarettiana apprezzerebbe moltissimo. I maggiorenti romani di entrambi i partiti hanno già tentato con la crisi politica estiva di confezionare un maldestro (a dir poco) accordo, che non ha mai visto la luce. La candidatura a sindaco di un outsider come Rettighieri di sicuro faciliterebbe le cose. I cinque stelle oltre al sindaco, contano su alcuni esponenti, pochi, di peso e di rilievo. Giuliano Santoboni, l’ex capogruppo, Matteo Castorino suo successore come guida dei consiglieri (e suo delfino in generale), l’assessore Elisa Strani, la più forte della Giunta. Ci sono poi altre voci, come Claudio Caruso, magari meno importanti sul piano dei consensi ma che di sicuro si faranno sentire.
Incognita Zarro
Nel panorama politico di Guidonia Montecelio, c’è un’altra variabile che non va davvero sottovalutata. Si tratta di Claudio Zarro. Ex cinque stelle, all’opposizione ormai da un anno, si sta costruendo la sua lista civica, prendendo accordi in città con pezzi di società civile. Ha parlato con tutti, da destra a sinistra. Ma di chi sarà alleato? Al momento le indiscrezioni lo danno come possibile satellite del centrodestra al secondo turno. Perché al primo tempo, Zarro correrebbe come candidato. Chissà.