“Distanti, vicini, uguali, diversi, uniti”: mostra per la solidarietà a Tivoli

L’emergenza sanitaria ha fatto esplodere contraddizioni e approfondito le molte disuguaglianze già esistenti. Le solitudini si sono fatte più dolorose, i disagi fisici e morali ancora più disperati. Ma, allo stesso tempo, l’isolamento di questi mesi ha fatto riscoprire il valore delle relazioni e della solidarietà.  È questo il senso della rassegna “Distanti, vicini, uguali, diversi, uniti” in mostra alla Scuderie Estensi di Tivoli dal 14 al 17 dicembre.
L’esposizione gode del patrocinio del Comune di Tivoli ed è stata organizzata in collaborazione con la Cooperativa sociale Nuove risposte, nata nel 1980 con “l’esigenza di trovare forme nuove di servizi in grado di dare risposte a bisogni che andavano modificandosi e manifestandosi nella società, soprattutto in alcune fasce di popolazione come gli anziani, le persone disabili, i minori e le famiglie, i portatori di disagio psichico”.
Le opere (oggetti, foto e dipinti) sono state realizzate dagli ospiti dei centri diurni La locomotiva, L’Araba Fenice e La Casa dei fiori di Tivoli nell’ambito del progetto di inclusione sociale e dell’iniziativa Dopo di Noi.
Il tentativo della rassegna, attraverso i lavori delle persone con disabilità psico-fisica, prive di sostegno familiare, di minori e giovani in condizione di svantaggio socioeconomico, è di riattualizzare il valore dell’inclusione sociale e delle relazioni tra ambiti differenti e contesti diversi della società; e, ancora di più, porre l’accento su quanto sia importante coinvolgere le istituzioni perché siano sempre più attente e sempre più vicine, e solidali, alle necessità di vita delle persone. Soprattutto di quelle più fragili, sole, disorientate e incerte sul futuro.
“L’emergenza sanitaria, è stato detto e ribadito molte volte – spiegano gli organizzatori – , ci ha posti di fronte a una realtà impietosa: ogni disuguaglianza che non siamo stati capaci di affrontare si è mostrata ai nostri occhi in tutta la sua durezza. Dunque, occorre riprendere con urgenza il percorso di ricostruzione delle nostre identità, delle comunità, in relazione con l’ambiente che ci circonda. Distanti, vicini, uguali, diversi, uniti possiamo farlo”.