Servizio di riscossione tributi sotto la lente a Guidonia Montecelio, da parte di due consiglieri del Pd, Mario Lomuscio e la capogruppo Paola De Dominicis. Con un’interrogazione puntano a mettere in evidenza le contraddizioni dell’amministrazione cinque stelle che anche in campo tributi ha lasciato il programma elettorale nel mondo dei sogni.
Una delle questioni calde di scontro della politica della terza città del Lazio è la modalità di gestione della riscossione. Insomma, chi la deve fare? Se ne discute in maniera animata dai tempi di Eligio Rubeis, quando anche pezzi della ex maggioranza di centrodestra attaccavano il sistema in essere che vede la riscossione cioè affidata a una società alla quale il Comune paga un aggio. Soldi insomma che escono dalle casse comunali a fronte di un servizio che potrebbe essere svolto dagli uffici comunali. Proprio su quest’ultimo orizzonte, si erano espressi anche i candidati sindaco del 2017. Michel Barbet lo aveva messo nel programma: internalizziamo la riscossione, se vinciamo lo facciamo. E invece non è accaduto.
Cosa è successo? Che l’amministrazione cinque stelle dopo proroghe ha messo in piedi un bando, vinto dalla TreEsse la società che già se ne occupava, ma con la formula del tre più due. Nessuna offerta speciale, ma una impostazione tale da permettere al Comune di scegliere se rinnovare o meno alla fine del triennio per i due anni successivi. E proprio questo adesso Lomuscio e De Dominicis vogliono sapere dal Comune: se intendono rinnovare, visto che siamo vicini alla scadenza, se la TreEsse come da obblighi contrattuali abbia fornito o meno la formazione ai dipendenti comunali, quali risultati sta dando la riscossione ordinaria Imu e Tari che il Comune ha ripreso in mano in via diretta.
“Non c’è un minimo di programmazione – commenta Lomuscio – non hanno mai mantenuto gli impegni e amministrano sulla base di una visione distorta della realtà”.