Crisi Tivoli, terremoto: Pallante lascia il coordinamento

È l’ennesima fibrillazione a Tivoli in ordine di tempo ma sicuramente una di quelle più significative. Parliamo di un addio eccellente, quello di Paolo Pallante che con altri sei membri ha lasciato la lista sicuramente più vicina al Sindaco, Insieme, e il coordinamento delle civiche dopo una lunga serie di frizioni registrate in questi giorni. Ad aprire la crepa, che è diventata voragine, la defezione del gruppo a 4 che non si è presentato nel consiglio comunale sulle sorti di “Stacchini”, causando dapprima una stentata caccia alle streghe presto tramutata in un tentativo, bisogna vedere se riuscito, di ricondurre il gruppo a più miti consigli.

La richiesta di democratizzazione della maggioranza non è infatti piaciuta a tutti con Tivoli Mia e Gabriele Terralavoro in cima alla lista dei punitori, con tanto di nomi e cognomi pronti a sostituire i ribelli in caso di mala parata. La storia in realtà ha dato ragione, sempre fino ad oggi, a Domenico Cecchetti, Nello De Santis, Alessandra Fidanza e Angelo Marinelli, che hanno incassato un primo appoggio da parte del primo cittadino, Giuseppe Proietti, che si sarebbe detto pronto a tracciare una linea e ad iniziare un nuovo percorso all’insegna della condivisione. A non essere convinto del tutto della strada intrapresa, visti i fatti, sarebbe stato proprio lo stesso Pallante, figura storicamente fidelizzata a Proietti che invece ha cambiato rotta e deciso di abbandonare la nave per mancanza di coraggio e innovazione nel progetto come si presenta oggi.

L’addio del gruppo e il nuovo inizio: “Continueremo a lavorare per la città”

“Ci siamo chiesti: abbiamo generato i risultati che ci attendevamo e che attendevano gli elettori della Coalizione e della Lista Insieme? Saremo in grado di generarli in futuro con questa Coalizione? Saremo in grado di farlo almeno come Lista Insieme? Rimanendo in questa situazione riusciremo a perseguire gli obiettivi che ci eravamo posti? Stiamo rispettando i nostri valori e quelli espressi dal nostro manifesto? Oggi, la risposta che ci siamo dati, come potrete sospettare, è stata no”, commenta il gruppo in una nota stampa diffusa nella serata di ieri. “Abbiamo tentato di chiedere spiegazioni, di guardare da altre angolazioni, di provare a dare fiducia sia alla Lista che alla Coalizione ma senza ricevere segnali che potessero farci ben sperare”.

Un addio che non cela attacchi diretti allo stesso Proietti: “Siamo inoltre convinti che la Coalizione (e anche la città) senta la mancanza di una leadership che inizialmente ci aveva riuniti sotto lo stesso tetto e che oggi non sembra più garantire la visione. Non sembri un abbandono né una resa, vi assicuriamo che non lo è perché continueremo a lavorare per la nostra città e a dare il nostro apporto come sempre abbiamo fatto. Per onestà intellettuale e per rispetto dei valori che ci guidano non possiamo però continuare a farlo all’interno di un gruppo con cui non riusciamo più a condividere ideali e modalità di azione. La nostra uscita, rappresenta un nuovo inizio”. C’è da dire che le avvisaglie ci sono state tutte: la possibile virata a destra disegnata da Terralavoro per coprire la falla dei ribelli non è stata infatti ben digerita dal gruppo con radici a sinistra e che ora potrebbe tornare in altri lidi più vicini a origini e storia. Cosa accadrà nei prossimi giorni è tutto da vedere, certo è che per l’inquilino di Palazzo San Bernardino sarà un lungo inverno mentre le file dell’esercito dei ribelli non solo si ingrossano ma trovano alleati al di sopra di ogni sospetto.