Da domenica urne aperte per il Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. Sarà possibile votare il 20 settembre dalle 7.00 alle 23.00 e il 21 settembre dalle 7.00 alle 15.00.
Il No prova la rimonta
Si tratta di una vera e propria consultazione nel merito e non di un test politico. Tanto è vero che i due fronti contrapposti sono quantomai trasversali: la riforma è sostenuta con forza dai partiti di governo come 5 stelle e Pd (fatta eccezione per qualche dirigente dem e una larga fetta della giovanile) e allo stesso tempo, con meno convinzione, da FdI e Lega. Dall’altro lato molti “franchi tiratori”, +Europa e di fatto anche Italia Viva e Forza Italia, ufficialmente “libere” nel voto.
Il voto diventa ancora più importante, in quanto gli ultimi sondaggi diffusi prima del silenzio radio confermavano un netto divario tra le due posizioni in gioco, ma anche qualche segno di ripresa da parte del fronte del No. Pertanto, sarà decisiva la presenza degli elettori di entrambi gli schieramenti.
Cosa cambia con il Sì
Una vittoria del Sì confermerebbe l’approvazione della riforma costituzionale avvenuta in Parlamento già a ottobre. In pratica, con le modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, il numero dei parlamentari scenderebbe da 945 a 600 e, in particolare, alla Camera da 630 avremmo 400 deputati e al Senato da 315 i senatori scenderebbero a 200. Se dovesse prevalere il No, rimarrebbe tutto come è ora, la riforma verrebbe cancellata.