Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato quattro risoluzioni riguardanti la politica europea della regione Lazio. L’approvazione degli atti di indirizzo si è avuta al termine di una seduta in cui l’assessore al bilancio ha illustrato la relazione informativa della Giunta al Consiglio regionale sulla partecipazione della Regione alle Politiche dell’Unione europea, adottata dalla Giunta regionale con Decisione n. 37 del 7 luglio 2020. Al termine della presentazione di tale relazione, prevista ai sensi dell’articolo 11 della L.R. 9 febbraio 2015, n. 1, si è svolto un dibattito d’Aula sui temi e i dati esposti nella relazione in questione.
Il primo dei quattro atti di indirizzo approvati impegna il presidente della Regione e la Giunta a porre in essere una serie di adempimenti ed attività, tra cui soprattutto l’adeguamento dell’ordinamento regionale agli obblighi derivanti dall’appartenenza alla Ue, l’informazione periodica al Consiglio sull’attuazione degli atti dell’Unione e sulle eventuali procedure di infrazione, il monitoraggio della legislazione statale di recepimento dell’Unione europea, la prosecuzione degli impegni già assunti nell’ambito dei programmi operativi regionali 2014-2020 e altre incombenze ancora. Il secondo atto di indirizzo riguarda l’impegno ad implementare il personale impiegato sia nell’ufficio Europa a Bruxelles che nelle sedi regionali con incombenze riguardanti i fondi europei; inoltre ad incentivare la partecipazione della Regione e del Consiglio alle iniziative dell’Unione. Le altre due risoluzioni riguardano, la prima, l’impegno per Presidente e Giunta a dare priorità, nell’ambito degli obiettivi europei, a una serie di temi, tra cui la messa in sicurezza del territorio, la ricostruzione delle aree terremotate, la manutenzione delle infrastrutture idriche e della rete viaria, le bonifiche dall’inquinamento e la realizzazione di infrastrutture digitali. L’ultimo atto riguarda invece principalmente l’impegno a garantire l’accesso alla banda larga in tutta la regione Lazio.
La dettagliata relazione che era stata illustrata dall’assessore in apertura è articolata in cinque sezioni, come previsto dalla stessa legge 1 del 2015, all’articolo 11: la prima riguarda le attività svolte dalla Regione in ambito nazionale ed europeo, la seconda lo stato di conformità dell’ordinamento regionale rispetto agli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione, la terza lo stato di avanzamento dei programmi e dei progetti di collaborazione finanziati dai fondi europei, la quarta lo stato di avanzamento dei programmi finanziati dall’Ue a gestione diretta, la quinta gli orientamenti e le priorità della Giunta per il 2020. Con riferimento in particolare ai fondi (sezione III), l’assessore ha detto che per quanto riguarda il programma di sviluppo rurale nel 2019 si è avuto un incremento della capacità di impegno fino all’83 per cento e nel 2020 si prevede di impegnare la totalità delle risorse; positivo, secondo l’assessore, anche l’andamento del programma operativo regionale del Fondo sociale europeo. Con riferimento invece alla sezione IV, l’assessore ha rilevato la partecipazione della regione a numerosi progetti europei internazionali. Relativamente infine alla sezione V, i due punti rilevanti sono l’attività della Regione Lazio nell’ambito del Comitato delle regioni, attraverso la persona dello stesso assessore, e la partecipazione alla fase ascendente, attraverso l’esame del programma di lavoro della Commissione europea.
Negli interventi dei consiglieri al dibattito seguito all’illustrazione della relazione, i temi principali emersi sono stati quelli della necessità di garantire un proficuo impiego dei fondi ingenti che si prevede arrivino alla Regione, in conseguenza del reindirizzamento di risorse scaturito dalle necessità imposte dalla strategia di lotta al Covid 19; da parte della maggioranza, si è sottolineato come la relazione dell’assessore sia stata completa e si è enfatizzato il ruolo delle istituzioni europee a sostegno dei popoli, mentre, da parte dell’opposizione, si è avanzato qualche dubbio sulle reali capacità di impiego oculato dei fondi europei e anche la relazione dell’assessore è stata giudicata fin troppo analitica per facilitare una reale comprensione dei temi e partecipazione ad essi da parte del Consiglio. Comune la preoccupazione di uscire da un dibattito che troppo spesso è ideologico, è stato detto, per cercare soluzioni che consentano in concreto di fronteggiare la crisi attraverso un utilizzo oculato dei fondi.