Scontro a Monterotondo tra un gruppo di commercianti e l’amministrazione comunale. Le restrizioni ordinate dal sindaco non vanno giù a pub, bar, ristoranti. Da una parte c’è l’esigenza di ripartire, ma l’amministrazione comunale non può ignorare le richieste dei residenti e, soprattutto, le norme di carattere nazionale per contenere il contagio.
“Con l’emergenza Covid è stata emanata un’ordinanza che limitava la possibilità di asporto, gli orari, l’occupazione di spazio pubblico e la filodiffusione di musica solo nelle vie del centro storico, mentre gli altri locali lavoravano indisturbati fino alle 2.00, senza restrizioni – spiega Seneca –. Da qui sono nate critiche e movimenti d’opinione, e quando con l’ordinanza n. 40 le restrizioni si sono allargate a tutta la città in modo più uniforme, è scattata la risposta comune degli esercenti, che si sono riuniti a loro volta in un comitato che dialoghi direttamente con le autorità. I comuni limitrofi e Roma, alla cui area metropolitana appartiene anche Monterotondo, non hanno infatti applicato tali limitazioni”.
Le attività eretine stanno attraversando un momento molto delicato. Già provate dalle chiusure del lockdown, ora hanno la possibilità di rialzare la testa, ma contestano alcune misure contenute nell’ordinanza n.40 del 29 giugno: chiusura alle 24 dal giovedì alla domenica, fissata all’1 il venerdì e il sabato; divieto di musica del vivo in ogni sua forma.
La posizione dell’amministrazione
I provvedimenti e le ordinanze nascono da alcuni confronti avvenuti tra gli esercenti e l’amministrazione, lo specifica il sindaco di Monterotondo Riccardo Varone.
“Abbiamo avviato almeno due se non tre momenti di confronto con i rappresentanti dei commercianti del centro storico – spiega il primo cittadino –. L’amministrazione ha voluto questi incontri per condividere con i commercianti alcuni aspetti, come quello della riapertura dei locali nella fase post Covid. Ancora di più in una zona come quella del centro storico, in cui la capacità degli esercenti di coinvolgere persone e la qualità dei loro locali riesce a muovere un notevole afflusso anche dai comuni al di fuori di Monterotondo”.
D’altra parte, il Comune ha il dovere di salvaguardare i residenti e di garantire il rispetto delle norme di distanziamento attenendosi quanto più possibile alla normativa nazionale.
“Dopodiché in questo contesto c’è l’emergenza Covid – continua Varone –. I primi provvedimenti servivano a controllare il contagio e a evitare assembramenti ed erano abbastanza restrittivi. L’ultima ordinanza ha applicato un criterio generale, ha stabilito una chiusura in alcuni orari durante i giorni lavorativi e un allargamento ai giorni festivi. L’emergenza non è finita. La legge nazionale vieta lo svolgimento dei concerti contestualmente alla somministrazione di cibi e bevande. Noi all’interno dell’ordinanza in questione abbiamo tenuto conto di questo aspetto, cercando di garantire anche chi vive nel centro storico. Grazie all’impegno di Carabinieri e Polizia Locale, abbiamo messo in campo tutte le accortezze necessarie a mantenere il controllo in città”.
Emanuele Del Baglivo