di Alessandra Paparelli
Intervista con Claudio Zilli, poeta, scrittore, musicista. Un “poeta moderno, metropolitano”, come lo abbiamo imparato a conoscere e come ho avuto modo – personalmente – di approfondire anche in radio, in precedenti emittenti romane. Per Dentro Magazine, ci presenta il suo ultimo lavoro, il libro “Pietre di stoffa”, un testo malinconico ma anche molto speranzoso e intenso sulle difficoltà della vita, sull’amore, una riflessione profonda sulla vita che può essere, appunto, come pietra e morbida come stoffa. Scrivere poesie, nel 2020, è un atto di coraggio e abbiamo voluto incontrarlo per parlare di poesia, di prosa, di vita, di affetti, di legami, di resilienza. La poesia è un abbraccio, un’invenzione, un’arma pacifica che ci aiuta a vivere, molti dicono a “sopravvivere” e altri ancora ritengono sia un “rifugio” dal male di vivere. Scopriamolo con Claudio.
Come nasce il tuo libro “Pietre di stoffa”? Perchè questo titolo, tra l’altro molto originale? Una riflessione sulla vita e sull’amore: è difficile parlare d’amore, in questo momento storico?
Il mio ultimo libro nasce dall’esigenza di voler far prevalere l’amore sopra ogni cosa, perché senza di esso non potremmo vivere. Oltre a questo ci tengo, tengo molto a sottolineare che le poesie sono state scritte in un periodo particolare in cui nella vita, appunto, si incontrano ostacoli e momenti bui. Per quanto riguarda la scelta del titolo, è molto semplice: la durezza della vita (le pietre) che può diventare – con un pò di impegno e fortuna – morbida e soffice come la stoffa.
Premetto: ho molto a cuore la poesia, infatti in ogni trasmissione radiofonica che ho condotto e format che ho scritto, c’era e c’è sempre stata una finestra sulla poesia, Breakfast in Italia ne è un esempio. Perchè fare poesia oggi e cosa racconta la poesia meglio della prosa? Khalil Gibran scriveva che la poesia è “il salvagente a cui mi aggrappo, quando tutto sembra svanire”:
Fare poesia oggi significa liberazione. Libertà, libero dal proprio animo e che va a coprire ogni margine d’interesse; uno di questi è la “sincerità” e la “voglia di manifestarsi” cosa che non si usa quasi più.
Come nasce la tua passione per l’arte, la scrittura, la musica? Solitamente la scelta indipendente di fare arte è una via lastricata di sacrifici: Claudio Zilli dove vuole arrivare?
La passione per l’arte che sia musica o poesia, credo che nasca nello stesso momento in cui sono stato partorito; sembra una battuta ma già da piccolo, mi dissociavo da tutto ciò che mi sapeva di insipido o ripetitivo, cercavo sempre una via di fuga, trovando appunto la mia dimensione, scrivendo su carta, cantando o semplicemente riportando la mia vita con una chitarra.
Si parla tanto di cultura, in questo delicato momento post Covid, con il virus ancora in circolazione e la difficoltà esistente per i luoghi di cultura (teatri, concerti, live, cinema). Che valore diamo oggi alla cultura, nel nostro Paese?
Il valore della Cultura dovrebbe essere lo stesso come quando si va a fare la spesa, quindi una necessità. Si cucina, si mangia tutti i giorni e tutti i giorni cerchiamo di stare bene, la cultura – se non sottovalutata – può aiutare tutti noi, in tutto questo. La cultura è come cibo, acqua.
Chi amerà Pietre di stoffa?
Tutte e tutti, perché credo di aver usato un linguaggio universale dal quale non si può sfuggire; della serie: io ve le ho estese su carta, voi fate come volete!
(foto in evidenza di Chiara Davoli)