Si conclude con una citazione di Roosevelt, la seconda relazione dei giovani di Forza Italia di Guidonia Montecelio sull’Europa. Un esperimento unico in zona, in una fase politica locale in cui si affrontano campagne elettorali senza programmi, e si pensa – erroneamente – che i post social possano sostituire lo studio e l’elaborazione di nuove idee. L’impegno di Giacomo Sferruzza e Valerio Massini si è rivolto a un fronte caldo e di forte attualità, il Mes, con un duplice punto di vista: analitico sull’argomento e politico nello slancio di un partito moderato di affermare le proprie ragioni. Pubblichiamo il documento per intero.
Cos’è il Mes – Fondo salva stati?
Il Meccanismo Europeo di Stabilità è un’organizzazione intergovernativa, presieduta dai 19 ministri delle Finanze dell’area Euro, che mira a salvaguardare la stabilità economica e finanziaria dei paesi che hanno adottato la moneta unica. Rappresenta quindi un importante esercizio di solidarietà a sostegno dell’unione. In termini pragmatici, l’organizzazione è autorizzata a concedere dei finanziamenti sottostanti a specifiche condizioni, ai paesi che, in via temporanea non riescano a reperire liquidità sul mercato. Le condizioni non sono standard e mutano al variare dello strumento di rifinanziamento richiesto. Ad esempio, sono state predisposte delle condizioni poco stringenti per le “linee creditizie di natura precauzionale” destinate a paesi in condizioni economiche e finanziarie fondamentalmente sane ma colpiti da shock avversi. In condizioni di normale operatività, l’utilizzo del Mes è senz’altro da scongiurare. Tipicamente, l’utilizzo di fonti esterne a quelle correlata alla produzione di stato è percepito dai mercati come debolezza della struttura finanziaria del richiedente. Non siamo però in condizioni di normale operatività. L’apparato sanitario è al collasso, l’imprenditoria è soffocata da una domanda scemante e gli aiuti di welfare tardano ad arrivare.
Composizione del Mes e utilizzo fondi. Chi ha preso e perché?
Il contributo finanziario dei paesi aderenti al Mes, si basa sulla quota di partecipazione dello stato all’equity della Banca Centrale Europea. Nel 2014, i 17 membri fondatori hanno versato i capitali necessari alla costituzione del fondo. Considerando ad oggi gli aiuti comunitari predisposti verso i paesi in difficoltà mediante l’utilizzo di strumenti di stabilità finanziaria, dal 2010 è stato di 480 miliardi ed i paesi che ne hanno beneficiato sono rispettivamente la Grecia che ne ha assorbito il 60%, Portogallo, Irlanda, Spagna e Cipro. Una prima considerazione a quanto accaduto appare obbligatoria e risolutiva: l’Italia ha sempre fatto da sola, in quanto stato solido. La seconda è concerne la somma depositata dall’Italia e quanto l’Italia avrebbe diritto a prendere per la copertura delle spese sanitarie. I miliardi versati (al Mes) sono 14,33 e quelli aventi diritto sono 36.
Conviene all’Italia utilizzare i fondi stanziati al Mes?
La scelta appare oggi più politica che economica. I partiti antieuropeisti stanno, da settimane, scongiurando l’utilizzo del Mes in relazione ad una palese mancanza di understanding sull’argomento. Da un punto di vista meramente finanziario, il Mes costa poco o comunque costa meno rispetto alla raccolta di fondi mediante emissione di debito degli stati sovrani (eurobond). Bisogna inoltre considerare che qualora i fondi del Mes fossero utilizzati come bazooka di liquidità sul settore sanitario per spese dirette ed indirette, le condizioni per l’accesso ai fondi cadrebbero e l’Italia, quindi, non dovrà forzare nel breve termine una ristrutturazione del debito e del deficit.
Equiparando un finanziamento decennale emesso dal Mes al Bel Paese, con una potenziale emissione di BTP con scadenza a 10 anni, quest’ultima costerebbe un monte interessi superiore al prestito del Mes per 600 milioni l’anno. 6 Miliardi in 10 anni.
L’eliminazione delle varie condizionalità permette di valutare positivamente un finanziamento con il Mes. Qualora infatti queste condizioni (riforma del Mes dicembre 2018, sottoscritta dal primo Governo Conte) fossero rimaste tali, L’Italia non avrebbe potuto chiedere l’accesso al finanziamento, in quanto, il finanziamento stesso viene erogato in base a manovre di governo relative a operazioni di consolidamento fiscale, riforme strutturali e riforme del settore finanziario. L’Europa c’è venuta incontro.
Oltre ogni stendardo politico, il buonsenso dovrebbe regnare e dominare imperterrito tra le fila di Palazzo Chigi e Madama, superando la baraonda delle dottrine. La politicizzazione delle manovre non è più concepibile. Servono coesione e capacità dirigenziali per affrontare il meteorite che ci ha colpito.
“È buonsenso prendere un metodo e provarlo. Se fallisce, ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma soprattutto, prova qualcosa”.
Cit. F.D Roosevelt
Giacomo Sferruzza e Valerio Massini
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