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Francesco Fiscardi sulla tela ci racconta Roma

Francesco Fiscardi sulla tela ci racconta Roma

Intervista all’artista Francesco Fiscardi, autore di “Metropoli”, pittore pluripremiato e talentuoso che ha dedicato alcune sue opere alla Città Eterna. Meravigliose le sue “mura”, metafora di una quarantena in una Roma solitaria. 

Raccontaci come nasce la tua passione artistica, quando hai iniziato a capire che volevi vivere di arte; raccontaci il come e quando e anche un aneddoto intorno a questo:

La mia passione artistica nasce da quando ero bambino, ho sempre avuto una forte attrazione per i colori, già allora sentivo il bisogno di rappresentare le mie emozioni suscitate da quello che mi circondava. Tra i dodici anni e i diciotto anni ho iniziato a sperimentare la pittura più convenzionale, ma sono stato fortemente influenzato dall’action painting. Nel tempo la mia attività artistica ha sempre continuato a evolversi, ispirandomi sempre ai meravigliosi colori dei paesaggi naturali e urbani. Il mio forte interesse per i documentari sulla natura e sulla storia delle città, fa sbocciare in me la voglia di creare qualcosa di nuovo. Nasce quindi l’idea di iniziare a dipingere un vero e proprio viaggio virtuale attraverso i cinque continenti della terra,un itinerario pittorico alla riscoperta delle Metropoli del mondo, (collezione pittorica composta da quindici opere),frutto di reminiscenze documentaristichee di una immaginifica rielaborazione artistica fatta con i colori capaci di riprodurre le atmosfere ambientali ed urbanistiche delle città, la proiezione di un percorso immaginario intorno al mondo, in cui per ogni area geografica ne avverto l’humus, anche attraverso un raffinato gioco di allegorie cromatiche che può coinvolgere persino il tocco e la densità dell’apporto sulla tela. La serie “Metropoli del mondo” si presenta come un modo di dipingere aperto sempre a nuovi apporti che non altererebbero il concetto dal quale la produzione si muove, identificabile nella rappresentatività e nella fruizione universale della proposta artistica che per la stessa ragione risulta anche globalmente proponibile.

Parlaci delle opere dedicate a Roma Capitale, quando e come è nata l’idea. Cosa hai voluto rappresentare con le mura. Hai scelto le mura per un motivo preciso, una metafora?

L’idea è nata nel 2018, visitando i vari siti archeologici della Capitale: mi sono chiesto,  “perché non creare una collezione pittorica che omaggi Roma, la metropoli millenaria e le sue mura?” Inizio quindi a creare una miscela di colori che evochi le costruzioni del passato in una visione contemporanea. Ho voluto rappresentare quindi, un vero e proprio portale che colleghi il passato al presente, che metta in risalto le mura della Città Eterna, creando un rapporto con le forme realizzate in una spontanea interpretazione della realtà, un effetto tangibile dell’opus murario. Elementi, quali archi e muri di cinta che richiamano segni invariati e distintivi di un’epoca storica che affonda le sue radici nell’humus della cultura popolare. L’osservatore è proiettato in un percorso immaginario intorno alle mura di Roma, dove avverte la linfa che vivifica la sua umanità che può coinvolgere persino il tocco e la densità dell’apporto sulla tela; un caleidoscopio di emozioni evocate dalle nostre stesse concezioni, memorie o semplici immagini legate alle realtà rappresentate. Al termine di questo fantastico itinerario attraverso le mura aureliane, romulee, serviane, leonine, vaticane e gianicolensi, ciascun osservatore potrà scegliere l’itinerario più confacente alla sua naturale inclinazione; ogni osservatore si ritroverà arricchito di tutte le sensazioni che quelle suggestive ambientazioni pittoriche riescono a suscitare negli animi più sensibili.

Quali sono i tuoi attuali progetti e a cosa stai lavorando? Come hai gestito l’emergenza Coronavirus e la quarantena, a casa? Sei un artista che ha girato il mondo e ha raccolto numerosi premi e consensi, intorno a sé.

Il 2020, inizia per me con la creazione di nuove opere dedicate ad alcune città inglesi: Sheffield e Liverpool, nel periodo di quarantena ho continuato a dipingere creando delle tele dedicate alla città di Kingston – Jamaica, le mura di Petra – Giordania ed alla cultura degli indiani d’America dei III millennio. I miei progetti per il futuro sono in fase di organizzazione. E’ prevista una futura esposizione, con il Consolato della Tunisia di Napoli, quale simbolo di  iniziativa atta a promuovere la cultura del territorio e della Tunisia, e allo stesso tempo a consolidare i forti legami di amicizia già esistenti tra i nostri due paesi nonché una probabile esposizione nel 2021 della collezione Metropoli del mondo nella città di Venezia. Faccio presente che la presente collezione è stata già esposta nel 2016, presso la sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo di Napoli e nel 2017, presso la Sala Walter Mauro della Società Dante Alighieri di Roma. Negli ultimi anni, si è diffusa la conoscenza e l’apprezzamento della mia produzione artistica, anche nei contesti internazionali contribuendo tuttora alla promozione di un dialogo culturale con diverse istituzioni di riferimento.

Alcune mie opere, sono presenti presso: l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, CA – U.S.A., il Calandra Italian American Institute di New York City, NY – U.S.A., il Municipio di New York City, NY – U.S.A., l’Istituto Italiano di Cultura di Sidney – Australia, il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo – MuCEM di Marsiglia – Francia, il Consolato di Tunisia di Napoli, il Municipio di Capri (NA), il Centro Internazionale di Etnostoria di Palermo e la Società Dante Alighieri di Roma.

Alessandra Paparelli

Nella foto in evidenza l’artista con l’opera Le mura aureliane, olio e acrilico su tela 120x80cm.

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