Home Cronaca Marco Lolli: la radio nell’emergenza intrattiene, informa e fa pensare

Marco Lolli: la radio nell’emergenza intrattiene, informa e fa pensare

Marco Lolli: la radio nell’emergenza intrattiene, informa e fa pensare

di Alessandra Paparelli

Intervista a Marco Lolli, regista a Rai Radio 2 di programmi come “Social Club”, del “Programmone” di Nino Frassica e di tutti i programmi radiofonici di Fiorello in Rai. Station Manager della radio-tv romana RTR 99, ed editore delle radio digitali LolliRadio.

Radio 2 Social Club, vincitore del prestigioso premio del giornalismo Biagio Agnes (DODICESIMA EDIZIONE, DI QUEST’ANNO). Come vi siete organizzati, senza pubblico, quali accorgimenti state prendendo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus? E’ importante continuare a fare intrattenimento e informazione, ai tempi della pandemia?

Abbiamo drasticamente ridotto l’organico ed a fronte di questo abbiamo dovuto sospendere la versione televisiva del programma, in onda fino a venerdì scorso su RaiDue alle 8.45, di conseguenza anche il nostro pubblico non partecipa più in studio. Ora siamo in pochissimi, sia in radio che nel programma. In studio Luca Barbarossa con “l’aiuto” di Neri Marcorè. Andrea Perroni invece, che non abita a Roma ma ad Acilia, interviene da casa. In regia siamo io e un tecnico. In redazione solo una persona. Siamo pochi in sede, gli altri lavorano dalle loro case, e siamo debitamente distanziati indossando mascherine e guanti di protezione. Inoltre gli ambienti e i macchinari sono sanificati di continuo. Crediamo che fare intrattenimento in questo momento sia una missione irrinunciabile. Va bene informare, ma dobbiamo anche intrattenere. Lo spettro della paura e della psicosi va combattuto egualmente come il virus. E tantissimi italiani ogni giorno ci testimoniano la loro vicinanza e plaudono alla nostra scelta di continuare ad esserci. Fin quando sarà possibile ci saremo.

Qual è il ruolo della radio, in questo momento di emergenza nazionale?

La radio in questa pandemia è il media per eccellenza, quello che arriva prima e ovunque, quello che intrattiene e fa pensare, quello che informa e ti raggiunge in tutte le modalità possibili (dal classico ricevitore, da internet, dalle app, dalla tv, dagli smart speaker). La radio è l’ancora di salvezza per milioni di italiani “reclusi” in casa, molto più della tv. E poi la radio non angoscia ma riesce ancora a strapparti un sorriso e farti stare bene.

Sei un professionista di lunga durata, si guarda al futuro e in che modo? Come conciliare il passato? E tu, guardi al passato?

Io ho sempre guardato avanti senza mai dimenticare le esperienze del passato. Ma non amo rifare le cose del passato, né amo ripeterne gli schemi, sono continuamente proiettato nel futuro (anche troppo!) e costantemente aggiornato su cosa avviene oggi e sulle tendenze future. E’ il solo modo per sopravvivere dopo 40 anni di questo lavoro.

Come è cambiata la radio nell’era dei Social e come restare sul pezzo? Come conciliare le nuove generazioni che si apprestano a questa professione e gli speaker/giornalisti più grandi, più esperti?

La radio è il social media per eccellenza, e i social non esisterebbero senza la radio, da cui hanno mutuato (quasi mai senza riuscirvi pienamente) tutto. Chiaro che curare i social è fondamentale nella “estensione” e fidelizzazione del programma radiofonico, ma vanno saputi usare bene. Ad esempio creando contenuti ad hoc. Le nuove generazioni, che erano molto distanti dalla radio e a cui vedevano principalmente i filmati di YouTube e i portali di streaming come media principale, ora hanno scoperto la radio. E ne sono entusiasti! Vedo un boom di giovani che vorrebbero entrare nel nostro mondo, e io – che ne lamentavo la mancanza – sono felicissimo, perchè lo scouting di nuovi talenti è da sempre la base della mia professione!

Differenze tra FM e web radio, spieghiamolo ai nostri lettori e lettrici.  Quale futuro?

Webradio è un termine che non uso più da tempo perché  queste radio oramai non si diffondono solo sul web. Chiamiamole “radio digitali“. L’unica vera differenza è tecnologica, nella modalità di fruizione, cioè non hanno trasmissione in fm. Il vero problema è che in Italia le piccole radio digitali stanno morendo una dopo l’altra, per vari motivi anche economici, ma non solo. Ci sono altri motivi, ma sarebbe troppo lungo in questo contesto spiegarlo…diciamo che secondo me ha influito anche “il NON osare”.

La radio è “ascoltare”? Torna di moda la radio di contenuto e dove va il flusso?


La radio è senza dubbio ascoltare e non “sintonizzare” in sottofondo. I miei 21 anni continuativi a Radio2 (primavera 1999, mentre in Rai collaboro dal 1992) sono stati esempio di una radio fatta essenzialmente di contenuto, laddove il flusso è ben presidiato da altri competitors, molto capaci e “sul pezzo”. Noi siamo però molto bravi nell’intrattenimento e nel contenuto “alto”, tutto è studiato e calibrato, nulla è lasciato al caso. Siamo un esempio per molti colleghi e questo fa piacere. La radio di flusso non morirà mai, ma credo che nel tempo saranno sempre più specializzate e sempre meno generaliste.
 
Cosa ne pensi della mobilitazione nazionale, flashmob musicali?


Mi mette un po’ l’ansia, a dire il vero! Io ovviamente sono contento di queste manifestazioni spontanee nate dalla gente, ma forse in questo momento sono teso a riscoprire altri valori familiari, all’interno e nella riservatezza della mia famiglia.

Parliamo dell’iniziativa del 20 marzo prossimo: ore 11, tutte le radio italiane trasmetteranno l’Inno Nazionale e tre brani che hanno fatto la Storia della musica italiana. Una iniziativa straordinaria che intende dare ancora più forza a tutti i cittadini italiani.

Iniziativa lodevole, a cui tutti dovranno aderire, e che rompe schemi e barriere tra tutti noi. Bisognerà però vedere chi accetterà di trasmettere i tre brani, non sono così sicuro che tutti lo faranno…

Parliamo di LolliRadio, importante progetto progetto realizzato da professionisti del mondo della comunicazione, radio a 360′.

Non ci crederai, ma sono sempre stato poco convinto di dover parlare di LolliRadio, di farmi pubblicità. Ho sempre detto “ascoltatela e poi ne riparliamo”. Siamo in digitale dal 28 agosto 2006, un record assoluto, ma ho avuto una strada sempre tutta in salita, non mi ha aiutato nessuno se non pochi fondamentali amici-colleghi. Anzi sono stato parecchio osteggiato. Gli ascolti però ci danno ragione e siamo leader tra le radio digitali, fin dal 2009. Ora ci siamo strutturati come radio commerciale, dal 1 gennaio 2020 trasmettiamo (poca) pubblicità nazionale, e questo ha aumentato di tantissimo le spese. Speriamo di farcela perché  il momento è durissimo.

Come stai affrontando, professionalmente, la difficile gestione e contenimento Codiv-19? Che appello ti senti di dare, ai tuoi storici ascoltatori e ascoltatrici?  E ai giovanissimi? 

Con tanta ansia e legittima preoccupazione, con tante idee in testa e la difficoltà di realizzarle, con dubbi sul riuscire ad andare avanti. Ma l’amore per la radio supererà tutto. Se ci sarò, se avrò ancora la possibilità di esprimermi sono sicuro che la strada solcata sarà quella giusta. Non solo per me, per tutti noi che lavoriamo in radio. Appello agli ascoltatori? Continuate a seguirci e sostenerci perché  noi per voi ci siamo e ci saremo sempre! Ai giovanissimi dico: appassionatevi alla radio, carpitene i segreti e le differenze, e quando volete mettervi alla prova contattatemi e mandatemi una demo, sarò felice di darvi dei consigli sulla base delle mie esperienze.

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