L’immagine è tutto e sicuramente chi fa politica ormai da anni lo sa piuttosto bene. Suona strano quindi il cambiamento che a Tivoli ha portato il Movimento Insieme, che raccoglie i fedelissimi di Proietti fin dal primo mandato, a sfrattare il nome del primo cittadino dal simbolo lasciando il color magenta a sfavillare senza una parte fondamentale del simbolo presentato anche nel corso dell’ultima campagna elettorale. Eppure qualcuno giura che la posizione strategica sulla scheda elettorale e la scelta di mettere il cognome del primo cittadino quando si trattava di prender preferenze, hanno giovato non poco al gruppo, che nei fatti avrebbe beneficiato del voto di opinione di Proietti prendendo ben 3 consiglieri comunali. Passata la festa però sono iniziati i problemi. C’è chi giura, i soliti bene informati, che al gruppo capeggiato da Nello Rondoni e Paolo Pallante non sia piaciuta più di un’operazione, su tutti l’avviso pubblico che ha portato Urbano Barberini di nuovo nelle stanze del Municipio con l’incarico di direttore artistico. L’ex assessore alla Cultura ha battuto una nutrita concorrenza, ben 11 i curriculum presentati e qualcuno si dice pronto a fare ricorso, una faccenda controversa a cui si sono aggiunte altre questioni. L’affaire Barberini infatti non è l’unica cosa sul piatto della discordia, a partire dal Bilancio su cui pesa anche l’assenza del dirigente del settore Finanze fino ad arrivare alla mancanza dell’ufficio stampa. In questo caso la delibera di giunta che darebbe mandato di far partire l’avviso pubblico per l’individuazione di tre figure, un giornalista e due comunicatori, sarebbe stata votata senza lasciare traccia sull’albo pretorio, almeno per il momento, e senza dare il via libera alla fase di invio dei curriculum. Intanto i malumori in Città crescono e un aiuto per ricucire il rapporto con la cittadinanza non sarebbe poi così male. alc
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