di Virginia Gigliotti
Studiare all’estero sembra essere l’ancora di salvezza degli studenti universitari italiani, arricchisce il curriculum, migliora le competenze linguistiche e apre nuove possibilità in ambito lavorativo. Così anche Silvia Cicerone, 24enne di Villanova, ha comprato un biglietto per l’America di sola andata e per il futuro sogna veramente in grande. Ha lasciato la famiglia e la sua grande passione, la danza, ha fatto le valigie e a settembre 2018 si è trasferita a New York, dove a breve si laureerà in ingegneria meccanica.
Dal liceo a Tivoli alla sfida dell’estero
“Prima di iniziare l’università ho frequentato il Liceo Scientifico Lazzaro Spallanzani di Tivoli, poi mi sono iscritta alla facoltà di Ingegneria Meccanica all’Università La Sapienza di Roma. Adesso sono all’ultimo anno di laurea specialistica e studio alla New Your University, Tandon School of Engineering. C’era la possibilità, tramite un accordo tra questa e La Sapienza, di prendere una doppia laurea e così sono partita a settembre. Ad agosto mi laureerò qui a New York ma ho deciso di fare domanda per un’estensione del mio visto da studente per poter inviare curriculum qui in America. Sono partita perché pensavo che questa esperienza fosse un modo per arricchire il mio curriculum in quanto adesso, in ambito lavorativo, si dà molta importanza alle esperienze, specialmente all’estero. E’ importante – prosegue Silvia – per dimostrare la capacità di parlare in un’altra lingua ma anche per trovare altre possibilità al di fuori dell’Italia. Da persona che si sta per inserire nel mondo lavorativo ho iniziato a vedere e cercare opportunità di lavoro in Italia ma la situazione non è fra le più belle. Penso infatti che lasciarsi aperta un’altra porta sia molto importante, con la speranza di ritornare a casa un giorno”.
Nostalgia di casa e della cucina italiana
Se da un alto però la nostalgia di casa va a scemare giorno dopo giorno, quella per il cibo italiano rimane sempre un gran problema per i ragazzi che decidono di studiare all’estero, pronti a tutti ma non a lasciare le buone vecchie abitudini alimentari: “Il timore prima della partenza era principalmente il fatto di ritrovarmi da sola per un anno, se non di più, dall’altra parte dell’oceano lontano dalla famiglia. Fortunatamente però ho trovato delle persone con cui ho legato molto e che non mi hanno fatto sentire questa mancanza. Ciò che sicuramente mi manca di più è il cibo, non puoi trovarlo altrove. Ho buone abilità in cucina, riesco con gli ingredienti giusti a cucinare italiano, ma il fatto di poter andare in un ristorante e mangiare bene a poco prezzo è una cosa che mi manca molto”.
Impegno e determinazione
Nonostante fosse la sua prima esperienza all’estero, Silvia è riuscita a raggiungere il top, grazie al suo impegno e alla sua testardaggine: “Sono molto testarda ma questo non penso che debba essere necessariamente visto come lato negativo della mia personalità. Penso invece che sia anche un pregio perché mi permette, in un modo o nell’altro, di superare ogni difficoltà”. Entrare a far parte di questo progetto infatti non era di certo cosa da tutti: “I requisiti per partire erano il voto di laurea triennale, aver passato un esame di lingua ed un test di logica, matematica e comprensione del testo in inglese”.
E poi i sogni per il futuro
Toga viola e lancio del cappellino, l’esperienza di Silvia alla Nyu, così è come gli studenti chiamano la prestigiosa università newyorkese, è quasi giunta al termine, ma l’America rimane sempre tra i suoi piani per il futuro: “Il giorno della laurea è stato molto bello, gli americani hanno tutt’altra concezione di questo giorno. C’è stata una prima cerimonia allo Yankee Stadium e poi una seconda al Barklays Center. E’ stato molto emozionante, sopratutto riavere la mia famiglia con me che mi assisteva e appoggiava. Ora spero solo di riuscire a trovare un lavoro in America o in Italia che riesca a farmi mettere in pratica ciò che ho imparato durante tutto il mio percorso universitario e che mi dia tante soddisfazioni”.
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