Frizzi e lazzi tornano nel cassetto, ora Palazzo San Bernardino che vede iniziare l’era del Proietti bis, si appresta ad aprire le porte ai nuovi e vecchi eletti di Tivoli, con lo sguardo fisso alle trattative che partiranno (o sono già partite) per la composizione della giunta. I proiettiani di ferro a questo punto scuoteranno la testa: qua decide tutto il sindaco, non c’è spazio per pesi e contrappesi, il primo cittadino è il primo per davvero e l’ultimo che parla e i curriculum dell’esecutivo li valuta lui. Punto. Certo è che siamo di fronte ad una metamorfosi del civismo del 2014: allo spontaneismo della prima ora si è unito, in quantità maggiori rispetto prima, anche chi la politica nei partiti l’ha fatta direttamente e indirettamente e questo fa presagire che l’aria in qualche modo sia destinata a cambiare, a maggior ragione in un momento importante come questo, con un esecutivo da inventare e la geografia delle società partecipate da disegnare, almeno in parte. Chi avrà la meglio? Sicuramente chi avrà anche la capacità di fare squadra, vista la presenza di gruppi consigliari con un solo membro, per cui è necessario anche mettere in campo un gioco di squadra che tenga conto pure di chi è rimasto fuori dall’assise pur avendo storicamente contribuito alla nascita e alla sopravvivenza del civismo tiburtino. Che ci sia già più di uno tra gli eletti pronto a farsi carico delle istanze degli uscenti è un dato di fatto. Capire se il sindaco sia pronto ad aprire o meno le trattative però è tutta un’altra storia.
Anna Laura Consalvi
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