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Traffico internazionale di stupefacenti con base tra Guidonia e Fonte Nuova

Traffico internazionale di stupefacenti con base tra Guidonia e Fonte Nuova

Traffico internazionale di stupefacenti, porto abusivo di arma da guerra ed associazione per delinquere finalizzata ad agevolare l’immigrazione clandestina. Queste le accuse per 18 persone raggiunte stamattina da un’ordinanza di custodia cautelare in esecuzione tra Roma, Guidonia, Fonte Nuova, Chiavari, Novi Ligure e Pozzuoli. Il provvedimento (che ha portato 11 persone in carcere, due agli arresti domiciliari e per altri cinque l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) è stato emesso dal gip di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione è l’esito di una rilevante indagine condotta dai carabinieri di Frascati, che stamattina stanno eseguendo i provvedimenti nei confronti delle 18 persone coinvolte a vario titolo. 

La base dell’organizzazione tra Guidonia e Fonte Nuova 

Le indagini hanno permesso di far emergere l’esistenza di un’organizzazione – formata in gran parte da cittadini albanesi – che gestiva il traffico di ingenti quantitativi di marijuana provenienti dall’Albania e destinati al mercato della Capitale. La base dell’organizzazione era dislocata in Italia, tra i comuni di Guidonia e Fonte Nuova, ed era gestita da soggetti albanesi che, sfruttando le conoscenze di altri connazionali già residenti da anni nel nostro Paese, si muovevano all’interno dell’intera provincia di Roma contattando i vari pusher con i quali perfezionavano gli accordi per la fornitura della sostanza stupefacente. Le indagini, che si sono avvalse anche delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno così consentito di individuare i vari acquirenti e di cristallizzare le diverse compravendite di marijuana da parte del sodalizio criminale.

Al “boss” sequestrato anche un fucile mitragliatore 

Nel corso di uno dei servizi di pedinamento, è stato possibile, inoltre, sequestrare, al boss, un ingente quantitativo di marijuana nonché un fucile mitragliatore AK 47 di fabbricazione estera, detenuto insieme ad altro materiale utilizzato per l’attività illecita. L’attività investigativa ha consentito, infine, di individuare i canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti che dall’Albania giungevano in Puglia, e, successivamente venivano trasportate, all’interno di autovetture, a Roma. Le indagini hanno già consentito di sottoporre a sequestro oltre 150 kg di marijuana e decine di dosi di cocaina ed eroina. Nel corso delle fasi operative di questa mattina i carabinieri hanno rinvenuto nell’abitazione di uno dei destinatari delle misure cautelari, quattro chili di marijuana, custodite all’interno di una valigia posta sul davanzale dell’abitazione e nel bagagliaio dell’auto quattro panetti di hashish da 100 grammi l’uno.

Documenti falsi per favorire l’immigrazione clandestina 

Nel corso delle indagini, è emersa l’esistenza di un altro sodalizio criminale, collegato al primo – formato da diversi soggetti albanesi e da un cittadino italiano residente in provincia di Napoli – ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata ad agevolare l’immigrazione clandestina. L’organizzazione faceva giungere in Italia cittadini albanesi sprovvisti di documenti, i quali, dopo essere stati accolti in bed e breakfast per alcuni giorni, venivano poi accompagnati in Inghilterra con un documento alterato.In particolare, venivano utilizzati documenti intestati a cittadini italiani, sui quali veniva apposta la foto del soggetto interessato, somigliante per caratteristiche somatiche a quanto riportato sul documento. In Inghilterra, l’organizzazione si occupava, inoltre, di trovare una sistemazione al cittadino irregolare, il tutto dietro lauto compenso. In tale ambito, grazie anche alla collaborazione della polizia inglese, è stato possibile riscontrare la tesi investigativa identificando una donna albanese che era giunta all’aeroporto di Londra utilizzando una carta d’identità intestata ad una cittadina italiana. Nel corso del controllo, è stato possibile grazie alle informazioni fornite alle autorità britanniche, identificare anche l’accompagnatore della donna, messo a disposizione dall’organizzazione. RedCro 

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