Facevano leva sulle difficoltà economiche per concedere prestiti pretendendo interessi tra il 10 e il 15% a settimana, con l’aggiunta di una “multa” pari al 20% per ogni ritardo settimanale nei pagamenti. E per chi sgarrava violenze, minacce o vere e proprie estorsioni. Opera di una associazione per delinquere, composta da tre distinti gruppi criminali, smantellata ieri mattina con l’operazione “I figuranti” dalla squadra mobile della polizia che ha eseguito dieci misure cautelari. Il tutto nell’ambito di una complessa attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica di Roma.
Le accuse. Ognuno con un ruolo
Agli arrestati, di età compresa tra i 27 ed i 65 anni e tutti di Roma, gravitanti distintamente nei quartieri capitolini di Montesacro e Centocelle e nei comuni di Anzio e Tivoli, stabilmente ben inseriti nel tessuto criminale romano, sono contestati a vario titolo i reati di estorsione, associazione a delinquere finalizzata all’usura ed all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, nonché per alcuni anche le lesioni personali aggravate in occasione della riscossione del denaro prestato ad interessi usurari. Nel corso delle indagini condotte dalla sezione “Reati contro il Patrimonio” della Squadra Mobile, che hanno spaziato dal litorale di Anzio-Nettuno sino al comune di Tivoli passando per alcune zone della Capitale, è stato possibile ricostruire le mansioni di ciascun arrestato, ognuno con specifici ruoli. La base a Roma, mentre le vittime venivano agganciate attraverso una rete ben precisa di contatti.
L’organizzazione che collegava tre gruppi criminali
Tre i capi. L’associazione criminale era promossa, costituita e diretta da M.G., 53enne romano di origini calabresi con precedenti per reati contro il patrimonio e stupefacenti, e da due incensurati: P.F., 56enne romano e P. L., 51enne di Marcellina. Mentre si avvaleva delle capacità commerciali e finanziarie del 55enne M.Z. vero e proprio contabile del gruppo, responsabile dei conti economici della “azienda”. L’operazione “I Figuranti” ha preso il nome proprio dalla circostanza che gli indagati nel corso delle conversazioni intercettate definivano così gli assegni da versare agli usurai a garanzia del prestito ricevuto, e che hanno interessato l’arco temporale ricompreso tra il 2017 e la prima metà del 2018.
La vittima che procurava clienti per fronteggiare i debiti
Le indagini hanno consentito di definire la figura-chiave di M.C. 54enne romano del quartiere di Centocelle, e da qui si è fatta luce sia sull’associazione a delinquere composta da sette degli arrestati, sia su altri due gruppi di usurai operativi uno sul litorale di Anzio ed uno su Tivoli. In particolare, determinate è stato appunto il ruolo ricoperto da M.C. che ha svolto una minuziosa attività di mediazione tra i vertici dell’associazione ed i “clienti” da lui stesso procacciati, diventando di fatto l’anello di congiunzione dei tre filoni d’indagine, permettendo di seguire un filo conduttore tra i diversi soggetti coinvolti in quanto, nella duplice veste di usuraio e persona sottoposta ad usura, questi si è occupato di fornire un proprio contributo ai promotori ed gli organizzatori dell’associazione a delinquere di cui faceva parte segnalando commercianti in difficoltà economiche, dai quali ricavava a sua volta denaro per fronteggiare i debiti contratti con i suoi stessi sodali.
Un gruppo addetto a riscuotere interessi settimanali
Sul versante di Anzio (Roma), secondo le indagini, era T.S. 58enne romano con precedenti per reati contro il patrimonio, a servirsi appunto di M.C. per veicolare denaro “in prestito” e riscuotere i lauti interessi settimanalmente. Gli altri arrestati sono stanziali nel quartiere di Centocelle, P.G. 45enne romano con precedenti di polizia in materia di stupefacenti e già sottoposto alla sorveglianza speciale, e M.M. 56enne romano, mentre D.M. 51enne di Colli Aniene e C.A. 27enne di Tivoli, si occupavano insieme ad altri cinque soggetti indagati a piede libero, di riscuotere le somme di denaro prestate dagli altri componenti dell’associazione, ricorrendo in alcune occasioni alle maniere forti e a delle vere e proprie estorsioni. Provocando delle lesioni a M.C. quando non era in grado di saldare i suoi stessi debiti o di “raccogliere” le rate dalle vittime dell’usura. L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi è stata effettuata alle prime ore di ieri: cinque le ordine portare in carcere, altre cinque agli arresti domiciliari, mentre sono cinque le perquisizioni domiciliari effettuate a Tivoli, Ardea ed Anzio presso le abitazioni di altrettanti indagati, che hanno permesso di sequestrare ulteriore materiale probatorio. RedCro
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