Ricorso contro il Comune di Guidonia per le regole anti slot: dodici aziende presenti nel territorio hanno deciso di percorrere la strada del tribunale. Chiedono in via preliminare la sospensione degli atti con cui l’amministrazione cinque stelle ha limitato l’accensione delle macchinette per alla dipendenza del gioco d’azzardo. Il promotore della crociata anti gioco in città è stato il consigliere di maggioranza Claudio Caruso. Sua idea la discussione in consiglio e quindi il regolamento che ha normato per la prima volta la convivenza delle sale slot con la città. Proprio il regolamento è uno dei tre documenti principali che finiscono in tribunale e dei quali le aziende vogliono stoppare l’efficacia, insieme alla delibera di Giunta del 24 gennaio con sui l’esecutivo ha approvato le sanzioni relative al mancato rispetto delle indicazioni, e l’ordinanza del sindaco Michel Barbet che ha reso tutto effettivo.
L’accensione delle slot con il nuovo regime è prevista per massimo otto ore al giorno, e gli esercenti devono esporre all’esterno dell’attività un cartello chiaro con gli orari. Ci sono poi disposizioni relative alle insegne (non devono essere luminose) e prescrizioni per chi deve aprire nuove sale rispetto alla distanza dai luoghi sensibili. Una battaglia ideale che il consigliere Caruso ha portato avanti con i numeri snocciolati in più sedute di consiglio comunale: Guidonia è al posto numero 1.666 su 7954 comuni nella classifica per giocate pro-capite. “Non è questo il tipo di imprenditoria che fa bene alla città”, aveva detto. Non la pensano così le imprese del settore che ora si rivolgono ai giudici amministrativi per fermare le limitazioni imposte dal Comune. Le recenti sentenze sull’argomento, in giro per l’Italia, da Torino a Firenze, confermano la volontà delle amministrazioni locali. Ma ogni caso è a sé. geape.
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