Home Politica Tivoli, Italia in Comune dice no al manifesto degli intellettuali e attacca il Pd: “Fuori il gruppo dirigente”

Tivoli, Italia in Comune dice no al manifesto degli intellettuali e attacca il Pd: “Fuori il gruppo dirigente”

Tivoli, Italia in Comune dice no al manifesto degli intellettuali e attacca il Pd: “Fuori il gruppo dirigente”

Ad una settimana dalla sua uscita iniziano ad arrivare le prime repliche al “manifesto degli intellettuali”, il documento con cui alcuni esponenti del centro sinistra tiburtino hanno chiesto al sindaco Giuseppe Proietti di sganciarsi dalle civiche con cui ha vinto nel 2014 per tornare ai partiti e riproporsi alla guida della Città. Una proposta che chiaramente non ha lasciato nessuno indifferente, dal Pd, che qualche manifestazione social l’ha fatta pure senza sbilanciarsi, agli ex raccolti sotto la bandiera del movimento firmato da Federico Pizzarotti, ex pentastellato padre di Italia Comune, che a Tivoli ha trovato terreno fertile e pure una sede nuova di zecca in pieno centro cittadino. Succede così che il gruppo, che vede tra i più attivi l’ex assessore al Bilancio Antonio Picarazzi, e il giovane Daniel Prosperi, abbia deciso di mettere nero su bianco la valutazione della proposta messa sul tavolo di una campagna che si preannuncia già piuttosto interessante.

La risposta all’appello: “In disaccordo con l’impostazione di fondo”
“Italia In Comune ritiene che l’appello debba in ogni caso essere apprezzato per l’onestà intellettuale con cui è stato redatto e per le motivazioni che lo sostengono, tuttavia evidenzia il proprio disaccordo con l’impostazione di fondo che nasce dalla evidente difficoltà di rimettere insieme, nell’ambito di una non meglio definita “Concentrazione Democratica”, prassi e ragioni in evidente e palese contrasto all’interno degli stessi potenziali protagonisti”, fanno sapere gli attivisti che non lesinano un attacco non proprio velato al partito di Martina e a tutto il gruppo dirigente.

L’attacco al Pd: “L’intero gruppo dirigente si faccia da parte”
“Non è possibile dimenticare la rottura clamorosa che l’elezione di Proietti palesò nei confronti del metodo politico e della proposta conseguente del Pd locale con una opposizione, a tratti inesistente ma comunque accidiosa, condotta in Consiglio Comunale dallo stesso Pd in tutti gli anni di durata della Consigliata – continuano, sottolineando come non si possa rispondere così alla congiuntura nazionale che vira chiaramente a destra – Il timore di una conquista della città da parte di forze sovraniste e destrorse appare evidente, ma Italia in Comune di Tivoli ritiene che tale situazione nei fatti sia stata causata dalle scelte proprio del Pd a livello nazionale e locale, laddove ha privilegiato posizioni neoliberiste respingendo costantemente quelle più consone di sostegno alle esigenze dei cittadini. Occorrerebbe , per dare credibilità al percorso ipotizzato nell’appello, che l’intero Gruppo Dirigente del Pd si facesse da parte liberando le risorse vitali che pure all’interno di quel Partito ci sono e si agitano compresse dalle logiche correntizie e di potere che sempre lo hanno caratterizzato”.

La controproposta: “Ricostruiamo il centrosinistra”
Chiaramente alla critica si aggiunge la parte costruttiva, quella con cui il gruppo intende proporsi agli elettori per capirci: “Per noi il centrosinistra si ricostruisce partendo dalle macerie attuali, con interlocutori credibili e con contenuti trasparenti, coinvolgendo associazioni, comitati di quartiere, Gruppi di cittadini e, soprattutto, la spinta di partecipazione civica capace di coinvolgere ampi strati sociali – fanno sapere e aggiungono -. Si ricostruisce, quindi, con il consenso dei cittadini chiamati a recitare un ruolo prioritario di controllo e verifica oltre che di partecipazione diretta alle scelte e alla definizione dei programmi. Sono queste le logiche e le condizioni che vogliamo promuovere coscienti che, così facendo, saremo in grado di far tornare la Città di Tivoli ad essere protagonista di un cambiamento reale. I tiburtini sono stufi di assistere impotenti al degrado, all’impoverimento, al declino economico, sociale e culturale della propria Città e non sopportano più il linguaggio di una politica che parla solo a se stessa”.

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