Home Politica Elezioni Tivoli, il manifesto degli intellettuali: la sinistra chiama Proietti. E’ ora di aprire ai partiti

Elezioni Tivoli, il manifesto degli intellettuali: la sinistra chiama Proietti. E’ ora di aprire ai partiti

Elezioni Tivoli, il manifesto degli intellettuali: la sinistra chiama Proietti. E’ ora di aprire ai partiti

di Anna Laura Consalvi

Potrebbe essere quel colpo di teatro che non ti aspetti a regalare un primo brivido ad una campagna elettorale che si preannuncia già ora ricca di enfasi. Ad uscire ieri sera dopo un lungo tam tam durato giorni è quello che molti definiscono come il “manifesto degli intellettuali”, l’appello con cui la sinistra cerca la strada del risveglio e della vittoria dopo anni e anni di digiuno forzato. La costruzione di un ponte tra diverse sensibilità accomunate dalla necessità di rispondere al fuoco del salvinismo con un laboratorio nuovo che sappia parlare a sinistra e creare i presupposti per uscire dalla morsa del populismo.

La lettera a Proietti e il ponte tra le sinistre per rispondere al salvinismo
Nei fatti si tratta di una lettera aperta al primo cittadino, Giuseppe Proietti, e a quella tessera di partito che ha messo nel cassetto quando è sbarcato in città nel 2014, precisando che l’esperienza delle liste civiche, che ha nei fatti commissariato i simboli che sventolano da tempo sulle bandiere e nei banchetti, sarebbe stata limitata nel tempo. Un modo per rinfrescargli la memoria, dunque, e per sciogliere il faticoso nodo del prossimo sindaco, il tarlo che tormenta praticamente tutti da levante a ponente. Nella missiva, che si inoltra alle “forze democratiche della città” e che per ora ha 24 firmatari provenienti da mondi simili e al contempo diversi tra loro, l’attacco è alla deriva antieuropeista, “razzista e fascista”, che sta attraversando il Paese, e allo stesso tempo allo stesso civismo che “si autorappresenta senza mediazioni, rischia di risolversi nella negazione dell’idea stessa di “Politica” intesa come ricomposizione di bisogni diversi e confliggenti, necessaria a definire una visione generale della città”. Un’opera di “continua mediazione” che deve, secondo i firmatari, necessariamente abbandonare la teoria, vincente sempre nel breve periodo mai nel lungo, come la storia insegna, dell’ “uomo solo al comando” per non “consegnare la città a un destino asfittico e autoreferenziale”. Insomma il piano per arrivare al Palazzo sarebbe quello che prevede l’abbandono delle spinte a destra, da Riccardo Luciani a Gabriele Terralavoro fino ad arrivare a Emanuele Di Lauro, per fare nomi e cognomi, e la reunion della sinistra, secondo i bene informati Pd compreso, con Proietti di nuovo alla guida della coalizione per un secondo mandato da sindaco.

Da Genga a Tognazzi: ecco i nomi dei firmatari dell’appello
Non è un caso, forse, il fatto che all’uscita di ieri sera sui social network il documento abbia trovato il “like” di Alessandro Fontana, ex segretario del Pd, Andrea Ferro, già deputato, e Simonetta Sanzolini, oltre a chi già ci ha messo il nome e il cognome. Tra questi Nicola Genga, direttore del Centro Riforma Stato, tra i più accreditati per la discesa in campo di quella generazione X che da tanto manca in città, l’ex assessore ai Servizi Sociali, Jacopo Tognazzi, i sindacalisti Sandro Bernardini, Aldo Capobianchi, Dimitri Cecchinelli, l’ex consigliere Stefano Coccia,Virginia Maggi dell’Anpi, Piergiacomo Agnaletti, Fondatore “Liberi di fare sport”, Marco Bagordo Dirigente FLC CGIL, Francesca Boccini Comunità di Sant’Egidio, Francesco Ciccotti Coord. Terr. CGIL Camera del Lavoro, Anna Rita Casolini Presidente Ass. Di promozione sociale Liberi di fare Sport, Massimo Cougn commerciante, Adriana Jugaru Progettista socioeducativa, Diego Luttazzi Coord. +Europa Tivoli, Marco Maggi Biologo, Alberto Marchetti, Simone Mori, Blogger #tenaciaetenerezza, Nadia Palozza Presidente Rete Rosa, Enzo Pavoni Organizzatore e ideatore di Along Came Jazz, Antonella Pirolo, Responsabile Casa dei diritti sociali della Valle dell’Aniene, Osiride Porzilli scrittore e giornalista, Elisa Schillace, associazione Futura Giacomo Vignoli Coordinatore rete degli studenti Tivoli e Giuseppe Zarbo, Cooperatore allo sviluppo. Cosa accadrà non è ancora chiaro, anche perché gli occhi non sono solo puntati all’interno ma anche all’esterno e ai sondaggi continui che su scala nazionale danno la destra forte e in salute. Allo stesso tempo la spaccatura – presunta – delle civiche porterebbe fuori e magari in cerca di una nuova casa proprio le “spinte a destra” di cui sopra. Insomma i conti probabilmente iniziano a farseli in molti e le trattative sono solamente alle battute iniziali, anche se la palla almeno in questa partita è totalmente nelle mani di Proietti, che dovrà decidere cosa fare e come rispondere all’appello.

Ecco il testo integrale della lettera al sindaco di Tivoli

A Giuseppe Proietti e alle forze democratiche della città.

Non vi sfuggirà che il rapido decadimento del contesto politico e culturale, in cui sta scivolando l’intero Paese, mette a repentaglio la tenuta delle istituzioni democratiche. Il percorso di formazione del nuovo Governo, la gestione della “emergenza” migranti che dura da un decennio, le stesse calamità naturali e non, hanno dimostrato la fragilità di quelle stesse istituzioni, messe sotto attacco da pulsioni razziste e fasciste, che della mediazione politica fanno volentieri a meno, e aprono il campo a soluzioni autoritarie e sbrigative, in spregio allo Stato di diritto e al diritto internazionale. Dal Presidente della Repubblica al Papa, dall’associazionismo cattolico a quello sindacale, chiunque abbia tentato di richiamarsi alla Costituzione e ai principi etici e morali è stato fatto oggetto di oltraggiosi attacchi.
Non vi sfuggirà, peraltro, che le elezioni amministrative del prossimo anno, si svolgeranno assieme alle elezioni europee, nel pieno di un risorgente nazionalismo regressivo che metterà in forse le stesse sorti dell’Unione Europea. La crisi economica e sociale che si trascina dal 2008, ha lasciato dietro di sé i destini di milioni di famiglie, costrette a cimentarsi con la mancanza di lavoro o con il lavoro precario. A migliaia emigrano, anche dalla nostra città, in cerca di una fortuna migliore. La crisi è stata affrontata con ricette che ne hanno acuito gli effetti. E le responsabilità devono essere ricercate tra chi, in Italia e in Europa, ha aderito passivamente alle politiche di austerità neoliberiste. La revisione di queste politiche, tuttavia, non può che avvenire dentro i vincoli di solidarietà europea, a meno di uscire dall’euro e dalla UE, precipitando il Paese nel caos finanziario ed economico e rialzando i muri dei confini nazionali in Europa.
Per noi è evidente: le sorti della città si intrecciano con il contesto nazionale ed europeo e possono contribuire a determinarlo soltanto se emerge un segnale di resistenza democratica.
Caro Sindaco, candidandoti definisti il tuo progetto politico “a tempo”. Quel tempo necessario a rinnovare i partiti, negli uomini e nelle donne, nelle pratiche e nei programmi, e a rinnovare il tuo campo, quello della sinistra, per tua stessa e ripetuta ammissione. A distanza di quattro anni, con le luci e le ombre che hanno segnato la tua esperienza amministrativa, quel tempo sta per concludersi. Se il “civismo” poteva, quattro anni or sono, assicurare una positiva novità d’impulso al cambiamento, oggi costituisce per molti la possibilità di appagare soltanto la propria personalissima ambizione, rendendo impossibile qualsiasi mediazione tra interessi politici diversi. Questo “civismo”, che si autorappresenta senza mediazioni, rischia di risolversi nella negazione dell’idea stessa di “Politica” intesa come ricomposizione di bisogni diversi e confliggenti, necessaria a definire una visione generale della città. E questa indispensabile opera di continua mediazione non può ricadere solo sulle spalle di chi esercita il tuo ruolo. Affidarsi all’ “uomo solo al comando” significherebbe consegnare la città a un destino asfittico e autoreferenziale.
Con questi presupposti chiediamo a voi, a te e alle forze democratiche della città, di aprire la fase del confronto politico, per tentare di costruire su nodi programmatici un’alleanza ancora più larga e solida. Solo attraverso una attenta verifica dell’esperienza amministrativa di questi anni sarà possibile elaborare una proposta rinnovata, nella pratica quotidiana e nella visione generale. E solo coinvolgendo in un processo partecipativo tutte le istanze sociali e culturali che la città esprime si potrà fare argine alle spinte regressive e qualunquiste che mettono a dura prova la tenuta delle istituzioni democratiche.
Tra le ragioni che determinarono il successo elettorale del tuo progetto originario, caro Sindaco, c’era la possibilità di far crescere una nuova leva di giovani amministratori che potesse mettere fine alle stanche liturgie della sinistra tiburtina. Il tempo è arrivato anche per loro, se solo voi, assieme, apriste questa nuova fase, prima che la città precipiti nella demagogia della destra reazionaria.

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