Venti chilometri a piedi fino alla piazza del Comune, gli operai delle cave hanno marciato in due cortei spontanei da Villalba e Villanova fino alle finestre del sindaco Michel Barbet, nel terzo giorno di sciopero contro il blocco delle aziende. Sfilano con i sindacati, gli imprenditori, tra il sostegno dei cittadini. “Una emozione che non vivevo da anni – dice Claudio Coltella della Fillea Cgil – le persone applaudivano al passaggio del corteo. Grazie Guidonia che rispetti gli operai più di questa amministrazione comunale”.
E’ l’altra faccia di questa emergenza. Da una parte la rabbia, l’emergenza sociale scatenata dopo il “no” dei cinque stelle alle tre soluzioni in campo per superare lo scontro dopo che una revoca ha già colpito una azienda. Dall’altra la vicinanza dei cittadini che nei tre giorni di presidio permanente sotto le finestre del Palazzo, terminate nella notte di contestazione appena trascorsa, non ha mai lasciato gli operai. Sale l’allarme sociale. Delusione e rabbia per i lavoratori del distretto dopo la giornata di sciopero e la notte passata sotto la sede del Comune di Guidonia. Ieri sino alle 2 di notte i lavoratori esasperati insieme ai sindacati sono rimasti in attesa di notizie. Oggi è continuata la protesta ad oltranza degli operai in attesa dell’appuntamento clou, il consiglio comunale di domani mattina. “Chiediamo al sindaco e all’amministrazione – commentano Remo Vernile della Fenea Uil, Daniele Mancini della Filca Cisl e Claudio Coltella della Fillea Cgil – di prendere una decisione che tuteli il lavoro e l’economia del territorio, vista la gravità della situazione occupazionale e delle gravi conseguenze di carattere sociale. In caso contrario si andrebbe incontro ad uno tsunami che rischia di travolgere decine di imprese e circa 2500 lavoratori del settore. Sarebbe la fine dell’intero comparto produttivo. I provvedimenti amministrativi presi vanificano gli sforzi di innovazione messi in campo a favore dello status quo e probabilmente del definitivo disastro occupazionale ed ambientale del territorio”. Poche ore e i riflettori si accendono sull’aula, banco di prova.
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