Cave Guidonia, monta la protesta degli operai: “Scendi”. Il sindaco e il gotha chiusi nel Palazzo

Trenta ore ininterrotte di presidio, i lavoratori delle cave restano sotto il Comune: sale la protesta contro i licenziamenti dopo che l’amministrazione di Guidonia Montecelio ha bloccato la prima azienda del settore. Non si sono mossi dalla piazza neanche stanotte, in attesa delle decisioni del sindaco Michel Barbet. Nessuna delle ipotesi ventilate ieri sera sembra per ora prendere quota, il sindaco cinque stelle è tornato nel Palazzo intorno all’ora di pranzo. “Ho attivato il tavolo con il ministero del lavoro e c’è in piedi quello con la Regione” ha detto di sfuggita prima di infilare la porta. Insomma, è stallo. Una riunione di maggioranza era prevista nel primo pomeriggio, slittata di qualche ora, “ci vedremo più tardi” spiega la consigliera pentastellata Laura Santoni mentre attraversa la piazza con qualche collega, nel conclave fa capire uscirà una posizione “univoca”. E vanno verso la Torre in commissione. Eppure ai piani del sindaco in realtà si consuma un doppio summit, proprio in quei momenti. Da una parte una riunione tecnica con la dirigenza, mentre il gotha politico ristretto, il cerchio stellato, mette a punto una nota da diramare, dai contenuti per ora top secret. In piazza gli operai sono ammassati vicino alla porta, qualcuno urla “scendi”, sono presenti oltre altri imprenditori, i consiglieri di opposizione Mario Lomuscio, Emanuele Di Silvio del Pd, i civici Mauro De Santis e Mario Proietti, e il segretario di FdI Mario Pozzi. Proprio da Fratelli d’Italia, parte un’altra iniziativa alla Pisana, oltre all’emendamento presentato da Laura Cartaginese e sostenuto da Michela Califano. Il consigliere regionale Giancarlo Righini ha chiesto al presidente della commissione attività produttive di avere il sindaco Michel Barbet in audizione. “Con urgenza”. L’allarme sociale sale.