Termometri bollenti a Guidonia Montecelio per l’emergenza relativa alla chiusura delle cave per le politiche dell’amministrazione cinque stelle. Una battaglia vera e propria a colpi di revoche che condurrà a licenziamenti e proteste. Sul caso intervenie Unindustria, presente al tavolo regionale che “esprime forte preoccupazione per i livelli occupazionali delle aziende del bacino estrattivo del travertino romano che, con i suoi duemila lavoratori del comparto tra diretti e indotto, costituisce il più importante settore industriale del territorio”.
L’associazione degli industriali ripercorre le ultime concitate settimane: “Nonostante l’attivazione di un tavolo regionale nel quale è stato opportunamente predisposto un Accordo di Programma per il rilancio di tutto il comparto, il Comune di Guidonia ha improvvisamente revocato l’autorizzazione per una delle più grandi cave del bacino estrattivo, determinando grande apprensione per il futuro delle imprese e delle comunità locali. Ulteriori revoche alle attività estrattive, infatti, potranno avere non solo ripercussioni negative sul piano occupazionale, ma anche determinare situazioni di pericolo e forte degrado ambientale”. Così mentre in città l’opposizione formalizza la richiesta di un consiglio comunale con imprenditori e sindacati in audizione, gli industriali premono sul metodo: “L’unica soluzione possibile – sostengono – è seguire il percorso tracciato dal tavolo regionale istituito dall’assessore allo Sviluppo Economico Gian Paolo Manzella, solo così “potranno concretizzarsi quelle soluzioni, nell’ambito dell’Accordo di Programma, che garantiscano la tutela ambientale e dei livelli occupazionali del bacino estrattivo”. Al Comune di Guidonia allora è richiesto “senso di responsabilità affinché prosegua nel percorso dei lavori del tavolo e dia concreti segnali per garantire la valorizzazione di questo storico comparto produttivo regionale e simbolo di eccellenza del made in Italy”.
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