Home Cronaca Tivoli, il Comune paga la Festa dei Popoli con i fondi dell’emergenza sociale

Tivoli, il Comune paga la Festa dei Popoli con i fondi dell’emergenza sociale

Tivoli, il Comune paga la Festa dei Popoli con i fondi dell’emergenza sociale

Sicuramente è una delle manifestazioni più attese dell’estate, con una grande affluenza di pubblico che bene fa all’immagine della città e al commercio locale. Parliamo della Festa dei Popoli, evento che il prossimo fine settimana riempirà le strade e le piazze della Superba con una serie di iniziative dedicate al tema della cooperazione e solidarietà tra i popoli. Un tourbillon di colori e profumi che costa alle casse pubbliche 21.800 euro, soldi che saranno gestiti direttamente dalla Pro Loco, affidataria anche della kermesse delle gemellate. A dirci come è la delibera 131 dello scorso 13 giugno, con cui, assente l’assessore alla Cultura Urbano Barberini e il collega che si occupa del Piano Urbanistico Generale, Ruggero Martines, l’esecutivo ha dato il via libera anche all’acquisizione dei fondi necessari a coprire le spese utilizzando quanto stanziato in tre capitoli del Bilancio del 2018. Tutto regolare, la festa lo scorso anno ha portato oltre 30mila persone e che ci sia un aiuto da parte del Municipio è cosa normale. A lasciare perplessi però sarebbe l’individuazione di 5mila euro nel capitolo di bilancio numero 1433/8, quello destinato ai “contributi per le emergenze sociali”, che al momento non troverebbe una giustificazione ben precisa se non nel punto della delibera di cui sopra in cui si parla di un coinvolgimento delle “realtà efferenti il mondo della disabilità e il mondo legato all’immigrazione”. Punto che nel programma diffuso nei giorni scorsi in realtà non appare, come non appaiono le città gemellate con Tivoli, Sanit Aimand Les Eaux, Delfi, Focsani e Yugawara, nonostante si attinga al capitolo di bilancio a loro dedicato per la cifra di 8.800,00 euro. Voci di corridoio, quelle dei bene informati per capirci, raccontano di giorni difficili – per utilizzare un eufemismo – in piazza del Governo numero 1, tra i malumori di chi nel comune ci lavora indipendentemente dalla politica e chi invece la responsabilità di come, dove e quando utilizzare i denari dei tiburtini ce l’ha. C’è da giurare che il consiglio, riunito questa mattina per ascoltare l’audizione dei presidenti delle società partecipate un passaggio sulla questione lo faccia.
Anna Laura Consalvi

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