di Virginia Gigliotti
Con un ritardo di una ventina di minuti sulla tabella di marcia per il traffico causato dalla chiusura di via Empolitana, la mattinata a Tivoli inizia in piazza Garibaldi, dopo aver parcheggio l’auto al multipiano di piazzale Matteotti. Non conoscendo la città e soprattutto le sue attrazioni mi dirigo in uno dei bar della piazza per richiedere informazioni e sopratutto per domandare se e dove sia un ufficio del turismo.
Grazie alle indicazioni del barista raggiungo il punto informativo turistico di piazzale Nazioni Unite, fortunatamente a pochi passi di distanza. Senza tante spiegazioni vengo congedata dalla signora dell’ufficio la quale però mi consiglia la visita di Villa d’Este, Villa Adriana, Villa Gregoriana e in caso di seguire l’itinerario proposto dal depliant che mi ha consegnato.
Volendo rimanere in centro e spostarmi a piedi decido di andare come prima cosa a visitare Villa d’Este, a soli 300m di distanza, e poi di girare per le strade della cittadina. Mi dirigo così in piazza Trento dove si trova l’entrata principale della villa. L’esile e neanche troppo visibile ingresso non lascia immaginare la grandezza e la maestosità della villa e solo dopo aver varcato la soglia si viene catapultati in tutt’altra realtà. Noto subito con piacere la presenza di moltissimi turisti stranieri e mi appresto a pagare il biglietto d’entrata. Il costo si aggira intorno agli 8 euro, a seconda dell’età, e perciò decido di affittare l’audio guida, vista la complessità del percorso, della storia del palazzo e del giardino annesso.
La visita inizia in un meraviglioso cortile in cui è presente la fontana di Venere e dove è affissa la targa dell’Unesco che riconosce la villa come patrimonio dell’umanità. Villa d’Este fu costruita nel 1550 dal Cardinale Ippolito d’Este, figlio di Lucrezia Borgia e di Alfonso I d’Este, su progetto di Pirro Ligorio al posto di un quartiere medioevale denominato Valle Gaudente. Il giardino all’italiana si compone di numerose e splendide fontane alimentate dalle acque del fiume Aniene mediante una condotta che scorre sotto il centro storico. L’appartamento del cardinale si sviluppa in due piani e si compone di imponenti saloni meravigliosamente affrescati ma anche di una cappella privata e di terrazze dal panorama mozzafiato. Lungo tutto il percorso all’intero del palazzo le grandi finestre affacciano sulla vallata e sul parco regalando un’anteprima delle fontane del giardino.
Dopo la visita alle stanze interne mi dirigo all’esterno dove subito si è pervasi incantati dal rumore dell’acqua prodotto dalle innumerevoli fontane che da questo momento accompagnerà l’interno percorso. Appena usciti trovo un’enorme terrazza che si estende per tutta la fiancata dell’edificio, posto perfetto per scattare qualche bella fotografia. Purtroppo, una volta uscita fuori, mi rendo conto che parte della facciata del palazzo è ricoperta da un’impalcatura e che il giardino è in manutenzione rovinando un po’ l’atmosfera.
Decido di non seguire l’itinerario indicato dalla mappa consegnatami all’ingresso e di procedere random tra i vialetti e i sentieri stando attenta a non saltare nessuna della imperdibili tappe come la Fontata dell’Organo che suona a intervalli regolari, la Fontana dei Draghi o la Fontana di Nettuno. D’obbligo la passeggiata lungo il Viale delle Cento Fontane e sedersi per qualche istante sulle panchine di fronte alla Fontana dell’Ovato.
Dopo un’ora abbondante all’interno di Villa d’Este decido di continuare il mio percorso e raggiungere qualche tappa indicata sulla mappa. Inizio dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore, proprio di fianco all’entrata della villa e proseguo tra i vicoli del centro storico percorrendo via Campitelli fino alla Casa Gotica, una delle più tipiche di Tivoli. Seguendo sempre le indicazioni delle mappa mi avvio verso Rocca Pia, fortezza edificata nel 1461 da papa Pio II per assicurarsi la fedeltà della città di Tivoli e del vicino anfiteatro romano, destinato ai giochi dei gladiatori e della caccia con le ferie. Solo dopo diversi giri intorno alla piazza che ospita del due strutture in cerca dell’entrata capisco che in realtà non sono visitabili. Attraverso una bella passeggiata lungo le vie più animate della città arrivo in quella che sarà l’ultima tappa: il pranzo a via della Sibilla dove ad aspettarmi c’è uno dei più tipici e famosi ristoranti della città che offre una vista mozzafiato sul tempio di Vesta.
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