E’ la lista civica il mezzo che Sergio Pirozzi sceglie per iniziare la corsa verso la presidenza della Regione Lazio. Il sindaco di Amatrice, con una storia di destra e nella destra, diventato un simbolo dopo il terremoto del 2016 che ha colpito il centro Italia, ha aspettato le elezioni in Sicilia e poi – come da prevesioni – ha rotto gli indugi (non suoi ma dei partiti che lo dovrebbero sostenere) annunciando l’impegno diretto ai microfoni della trasmissione di Rai Parlamento Settegiorni che andrà in onda sabato mattina. Un messaggio che a questo punto appare a caratteri cubitali agli incerti, qualsiasi sarà la loro decisione Pirozzi è in pista e con una lista civica. Il sindaco mette insomma alle strette i più riottosi che sembrano essere al momento dalle parti di Forza Italia, anche se temperature semi gelide si registrano anche in Fratelli d’Italia. Voluto con entusiasmo – se così si può dire – invece da Matteo Salvini e sostenuto dal gruppo dei sovranisti di Gianni Alemanno, il candidato che scende nell’arena insieme all’uscente Nicola Zingaretti per il centrosinistra e a Roberta Lombardi per i cinque stelle, sembra l’unico in grado di unire il centrodestra, malpancisimi o meno. L’alternativa di uno scenario diviso non solo non piace ai sondaggisti oggi molto benevoli con il centrodestra del Lazio ma manderebbe alle ortiche la recentissima esperienza della Sicilia.
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