Home città Guidonia Guidonia dice no a nuovi rifugiati e spinge per lo sgombero degli insediamenti rom. Cacioni incassa il voto di tutto il Consiglio

Guidonia dice no a nuovi rifugiati e spinge per lo sgombero degli insediamenti rom. Cacioni incassa il voto di tutto il Consiglio

Guidonia dice no a nuovi rifugiati e spinge per lo sgombero degli insediamenti rom. Cacioni incassa il voto di tutto il Consiglio

Guidonia Montecelio dice no a nuovi rifugiati e spinge per il “ripristino della legalità” nelle zone dove ci sono insediamenti rom abusivi. E’ la linea unanime del consiglio comunale che tra limature, emendamenti, parole che vanno e altre vengono, alla fine di sei ore di assemblea trova una sintesi unitaria sulle mozioni proposte da Arianna Cacioni di Fratelli d’Italia che ieri – è cronaca – segna il suo primo goal in serie A.

I rifugiati. La tensione in aula c’è e si capisce dai preliminari dove lo scontro tra la maggioranza e le opposizioni è a tutto campo, il piddì viene accusato di ostruzionismo, si apre la discussione sul caso urbanistica nella voce di un’indignata Anna Checchi, ma c’è anche il problema della scuola Collodi, l’emergenza rifiuti in atto, insomma un potpourri che tiene impegnati per più di un’ora. Si arriva alla prima mozione della Cacioni, che già nei giorni precedenti ha messo in campo una trattativa con i colleghi di opposizione, piddì, polo civico, Noi con Salvini, con l’obiettivo di agganciare più consenso possibile sulla proposta. Si chiede di fare marcia indietro dalla delibera che aveva approvato il commissario prefettizio durante la sua gestione, sottolineando la contarietà all’apertura di nuovi Sprar, cioè basta rifugiati a Guidonia. Per quelli che ci sono già – ed è qui la mediazione – prevedere poi l’inserimento in progetti socialmente utili, chiaramente su base volontaria. Cacioni invita la maggioranza cinque stelle a votare, c’è la sospensione e poi è il capogruppo pentastellato Giuliano Santoboni a chiosare in ripresa, “abbiamo trovato una sintesi”. E l’alzata di mani diventa unanime. Cacioni incassa il risultato politico, la prima vera operazione da quando l’ex dello staff di Eligio Rubeis è stata eletta da candidato sindaco in opposizione. Si fa vedere però l’ex consigliere dietro le quinte, Alessandro Messa sosta tra i portici e il corridoio, negli ambienti si ipotizza che a metà della consigliatura ci sarà un cambio della guardia, una staffetta interna a FdI. Per ora l’aria non è quella, anzi Cacioni tiene la dialettica del consiglio e pare andare dritta come un treno.

Capitolo nomadi. La dimostrazione arriva con la seconda mozione, ancora più delicata per le diverse sensibilità politiche, la consigliera sottopone ai colleghi la richiesta di sgombero degli insediamenti rom all’Albuccione e al Bivio, e poi l’emendamento come concordato con il resto della minoranza, anche qui per guadagnare il loro benestare. Viene aggiunto “di concerto con i servizi sociali”, e a quel punto la proposta finisce sui banchi della maggioranza. Santoboni dall’altra parte riprende la linea dell’amministrazione snocciolando gli esiti della riunione del tavolo con il prefetto e le forze dell’ordine, Giovanna Ammaturo di Noi con Salvini però si rivolge a Michel Barbet, “sindaco manca la sua voce”, in effetti è stato in silenzio per ore, e dal piddì Mario Lomuscio, “ho manifestato perplessità anche sulla bozza emendata, condivido l’urgenza dello sgombero ma va integrata la proposta con la possibilità di individuare aree ad hoc che garantiscano migliore gestione delle criticità”. L’idea era già stata avanzata nell’altro consiglio dalla collega Paola De Dominicis, “l’occupazione è grave perché riguarda zone già disagiate, ma ciò che non è concesso agli italiani non può esserlo per altri, razzista è chi non applica la legge”. Alla fine interviene il sindaco: “La soluzione è individuare un sito dove poter accogliere queste persone, è un progetto lungo ma fattibile, servono investimenti e ci stiamo muovendo in tal senso”. Santoboni chiede con insistenza alla Cacioni di ritirare la mozione ma la minoranza fa muro, “avete una linea unitaria?” domanda la consigliera ai banchi di governo, il civico De Santis nota, “dovreste essere i primi a volere questa mozione perché vi rafforza”. Alla fine c’è la sospensione. Dura a lungo, si capisce che maggioranza e opposizione sono a tavolino e ne esce il documento unitario, la parola sgombero nel deliberato scompare ma il senso è lo stesso, ripristino della legalità. “Ringrazio tutti i colleghi capigruppo e il consigliere Lomuscio per la stesura”. Visibilmente soddisfatta, passa oltre.
Gea Petrini

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