25enne ucciso per un debito di poche decine di euro a Castel Madama, fermato il suocero

Un debito di poche decine di euro. Questo ci sarebbe dietro l’omicidio di Alberto Delfini, 25 anni, colpito da una fucilata esplosa dal suocero nelle campagne di Castel Madama. Domenico Nardoni, 46 anni, il padre della sua compagna, da cui aveva avuto un bimbo due mesi fa. Un colpo alla gola esploso da distanza ravvicinata al culmine di una lite. Alla base della discussione ci sarebbero stati 60 euro che la vittima doveva riavere da un familiare. Debito che era stata fonte di un recente litigio. L’ultima discussione l’altra sera quando la vittima si è presentata nel terreno di via Vicocavaro di proprietà della famiglia Nardoni e dove il suocero aveva passato una serata tra amici. Subito dopo è stato lo stesso Nardoni a chiamare i carabinieri. Ma la prima versione è stata quella di un incidente: “Venite, è successa una disgrazia”. Dopo serrate indagini i carabinieri, diretti dalla procura di Tivoli, lo hanno fermato con l’accusa di omicidio volontario. Gli investigatori dell’Arma, coordinati dal pm Luigi Pacifici, hanno consentito di accertare che l’omicida aveva esploso all’indirizzo del giovane il fatale colpo di fucile per una lite scaturita per futili motivi. Si è anche accertato, inoltre, che il fermato, aveva anche modificato lo stato dei luoghi cercando finanche di crearsi un alibi così da sviare le indagini sul suo conto. L’arma utilizzata per il delitto, invece, è risultata essere un fucile semiautomatico già oggetto di furto in zona e subito sequestrata dai carabinieri. L’uomo, infine, in sede di interrogatorio reso davanti al pubblico ministero della Procura di Tivoli, coadiuvato dai carabinieri, dopo diverse contraddizioni, ha confermato la dinamica degli eventi ricostruita dagli inquirenti, soprattutto in ordine alla lite avuta con Delfini, all’indirizzo del quale ha esploso colpo mortale. RedCro